CODE ORANGE – What Is Underneath?
Ci sono alcuni interrogativi su cui l’umanità si arrovella da tempo immemore: è nato prima l’uovo o la gallina? Le piramidi sono state davvero edificate dagli Egizi? Pubblicare una raccolta composta per metà da rifacimenti di pezzi dell’album precedente indica la voglia di reinventarsi o semplicemente il fatto che non si abbia molto da dire? Se le prime due domande sono destinate a far spremere ancora molte meningi nel corso del tempo, alla terza posso tentare di dare una risposta attraverso What Is Underneath? degli sferraglianti Code Orange.
What is Underneath? giunge infatti come digressione e completamento del precedente Underneath, uscito tre anni fa. La band di Pittsburgh ha deciso di pubblicare un disco che segue un duplice obiettivo: da un lato sono stati ri-arrangiati alcuni brani contenuti in Underneath, dall’altro i Nostri hanno composto la colonna sonora di un cortometraggio uscito in concomitanza col nuovo disco.
Questo revival da parte dei Code Orange avrebbe potuto rivelarsi potenzialmente letale, perché il rischio di cadere vittima del proprio passato è più che mai esistente, soprattutto quando ci si dedica a brani non inediti. Eppure gli statunitensi sono riusciti a donare ai pezzi datati un’anima diversa, dove la componente incazzosa del sound è stata messa in secondo piano, lasciando spazio a un intricato tessuto industrial che avrebbe fatto invidia agli spot sulla pirateria digitale che proiettavano al cinema nei primi anni 2000. Se questa impostazione può inizialmente disorientare chi ha ben presente la versione originale dei brani, man mano che si procede nell’ascolto ci si immerge sempre più in un mondo cibernetico e oscuro, da cui emergono poco alla volta i vari fil rouge che legano tracce vecchie e nuove. I riferimenti sonori e concettuali (alcuni titoli sono stati modificati rispetto all’album del 2020) finiscono per creare una ragnatela, fra l’altro ben evocata dalla copertina, che richiama le evidence board su cui gli investigatori riuniscono tutti i tasselli necessari a risolvere i casi.
In effetti, la sensazione ricorrente ascoltando What Is Underneath? è quella di trovarsi all’interno di un universo à la Matrix, in cui sia l’estetica che il mood sonoro coincidono con quelli evocati dal mondo cyber di una ventina di anni fa. Anche i brani inediti non sono da meno e si collocano perfettamente all’interno del cortometraggio prodotto da Nowhere2run, che ripercorre le contorte vicende di uno pseudo-essere umano calato in un mondo virtuale piuttosto lisergico, perfettamente in grado di proiettare il fruitore nella paranoia assoluta.
L’inventiva dei Code Orange, insomma, scongiura il rischio di creare un prodotto godibile soltanto dai fan della band, perché What Is Underneath? risulta essere interessante e accattivante, capace di ricreare atmosfere che possiamo tranquillamente considerare d’antan e, soprattutto, tutt’altro che banale. E con questo penso di aver risposto alla domanda circa l’originalità delle raccolte di remix.