COLDAWN – …In The Dawn
Nel 2018 abbiamo già trattato parecchi album provenienti dal vasto mondo del post-black metal, dagli italiani Falaise e Seventh Genocide, spostandoci anche all’estero con i Soul Dissolution e tanti altri. In questo caso andiamo ancora più lontano, essendo i Coldawn un duo composto dal polistrumentista australiano B. e dal cantante venezuelano Ausk, che arrivano al debutto ufficiale con …In The Dawn, dopo il cambio di nome dal precedente Beyond The Dawn.
Si tratta anche di una delle prime uscite della Flowing Downward (sottoetichetta della Avantgarde Music), che mette subito in chiaro il proprio orizzonte musicale di riferimento. Oltre ai due membri fissi, hanno contribuito alla registrazione del disco pure Tim Yatras (Germ, Austere, Autumn’s Dawn e tanti altri) e B.M. (Skyforest), aggiungendo un ulteriore pizzico di internazionalismo.
Se avete familiarità con tutti i nomi fatti fin qui, è molto probabile che l’intro strumentale “Spectral Horizon” vi farà stare veramente bene (o forse male, a seconda delle accezioni) con le chitarre di B. Inizia così il viaggio interiore attraverso l’alba di una coscienza che si confronta con l’universo, a suon di chitarre distorte e voce in scream (solida la prova di Ausk).
Segnalo in particolare due brani: “The Essence”, che racchiude in un certo senso proprio l’essenza dell’album e dei Coldawn, con il suo soave benvenuto di tastiera e sintetizzatori che cresce fino all’esplosione intorno alla metà, e “La Primavera No Llegará Esta Vez”, una specie di post-ballad molto alcestiana, con alcuni brevi pezzi recitati in spagnolo da una voce femminile.
Come potete immaginare, …In The Dawn non è un disco che cambierà la storia del post-black o del blackgaze, ma potrà sicuramente essere apprezzato dagli appassionati del filone. Infine, l’immagine di copertina è molto bella e mette in scena l’alba di una nuova presa di coscienza, che ci potrà forse portare a comprendere il nostro misterioso destino.