COLDCELL – Those
I Coldcell sono passati su queste pagine giusto qualche settimana fa, in occasione della première del terzo album "Those". Oggi avremo modo di analizzare in modo più approfondito il disco, ancora interamente disponibile in streaming qui su Aristocrazia.
Mentre ascoltavo per la prima volta questo lavoro, nella mia testa mi sembrava di percepire una sensazione non del tutto nuova, senza però riuscire a identificarla; dopo vari giorni spesi a rimuginare, la sezione "Articoli Casuali" sulla sinistra del nostro sito mi ha aperto gli occhi, proponendomi una mia recensione di sei anni fa: "Death Reclaims The Earth" degli Episode 13 ai tempi riuscì a farmi respirare il miasma malsano e pregno di un odio rivolto all'umanità intera che ho ritrovato in "Those".
Lo stesso andamento minaccioso delle fasi più cadenzate, lo stesso disprezzo urlato senza freni o — al contrario — vomitato in maniera più subdola, le stesse note malevole delle chitarre: il Black Metal dei Coldcell è tutto fuorché amichevole verso la società moderna, colpevole di aver distrutto l'individualità dei suoi componenti in favore di una generale e vuota superficialità.
La band svizzera, al contempo, arricchisce la propria proposta con una glacialità realizzata sia tramite una produzione che sembra avvolgere il tutto in un vento gelido sia attraverso scelte strumentali, quali l'uso di sintetizzatori — solitamente in sottofondo, ma anche protagonisti di passaggi atmosferici — e gli inserimenti di chitarre acustiche. "Tainted Thoughts" è una perla nera intrisa di una malevolenza senza confini per tutti i suoi (quasi) dodici minuti, indubbiamente il miglior pezzo del lotto nel quale — oltre a quanto appena descritto — emergono altri dettagli che fanno intendere il valore della formazione: le dissonanze psichedeliche verso il finale, la voce pulita che mormora senza farsi notare troppo, la presenza non certo scontata del basso, perfino la batteria che a un tratto si tinge di Jazz.
Proprio la performance dei singoli musicisti rende ulteriormente apprezzabile "Those", in particolare quella di aW dietro le pelli: dinamica, in costante movimento sia nei blast beat che nelle fasi meno spinte, per certi versi bombastica nel modo in cui enfatizza le sensazioni nere espresse dal frequente tremolo-picking delle chitarre. La musica sembra tendere più volte a una sorta di Black'N'Roll che, a tratti, mi ha vagamente ricordato i sottovalutatissimi The Firstborn, specialmente per l'unione di questa caratteristica con l'elevata espressività offerta dalle tre voci; queste alternano uno stile monocorde (quasi da zombie in "Sleep Of Reason") a uno scream che prende varie forme: ora caustico e velenoso, ora più sguaiato, arrivando in rarissime occasioni vicino al mondo DSBM senza mai entrarci pienamente, mantenendo sempre una certa teatralità.
A completare il quadro musicale, troviamo composizioni ben congegnate e mai scontate, sempre in grado di sfruttare al meglio gli elementi in gioco; l'alternanza tra sfuriate annichilenti, rallentamenti minacciosi e momenti di gelida quiete rende il disco gradevole in tutta la sua durata. In ultimo, anche il lavoro grafico appare coerente con la musica e indubbiamente legato a essa tramite i colori freddi e mortiferi.
"Those" è una bomba di ghiaccio e odio la cui unica raison d'être è il puro disprezzo per l'umanità dei giorni nostri, già più volte dilaniata dalle belve del Black Metal e ancora una volta massacrata dal lavoro dei Coldcell. Se condividete questo odio con la formazione svizzera, "Those" sarà sicuramente un'ottima colonna sonora per progettare l'estinzione della nostra specie, quantomeno nella sua forma attuale.