CONVULSIF – IV
Tornano sulle nostre pagine gli svizzeri Convulsif: dopo avervi parlato del loro terzo album e di una registrazione live, questa volta è il turno del quarto disco pubblicato da qualche mese.
L'imprevedibilità della creatura di Loïc Grobéty è rimasta intatta e allo stesso modo la inusuale strumentazione che comprende un clarinetto e un violino, a fatica riconoscibili per quanto vengono maltrattati, si conferma come marchio di fabbrica della band. Il quartetto vaga senza una meta musicale apparente, esplorando un'ampia gamma di generi estremi, li fa propri e li ripropone in una veste che riesce costantemente a enfatizzare la sezione ritmica; proprio basso e batteria sono i due elementi che consentono questo continuo viavai di stili, grazie alla capacità di spaziare tra sfuriate di blast beat, movenze pachidermiche prese in prestito dal Doom più spinto, pattern strappati al Punk e perfino tempi dispari. Vi basti pensare che il disco si apre con un brano di Drone-Doom meditativo della durata di oltre otto minuti, ma nella traccia successiva si cambia totalmente registro con una sorta di Hardcore nel quale vengono innestate dinamiche progressive.
Non sembra esserci soluzione di continuità tra un pezzo e il suo successivo e la bravura del gruppo consiste proprio nel saper legare tutti gli ingredienti di questo minestrone in uno stile personale. Scorrendo la scaletta, vi accorgerete delle influenze Black Metal nelle note di basso di "When The Day Breaks", nonostante si evolva poi in un Grindcore spietato che sfocia in un finale puramente rumoristico; altrettanto sorprendenti sono "Two Of A Kind" e "Reason Of Sleep", caratterizzate da movenze Prog e da crescendo emotivi che possono ricordare vagamente certo Post-Rock, salvo il continuo rimando al mondo estremo che in questi casi si manifesta come Drone-Doom.
In tutto questo, l'ingombrante presenza di rumori che non sembrano appartenere a questo mondo rende l'ascolto alienante e realmente difficile; i suoni sono perennemente pesanti, cupi e disturbati, qualunque sia la loro forma tendono sempre ad avvolgere l'ascoltatore e a stringerlo in una morsa da cui non c'è scampo: l'aggressività di "Solemn Creatures" e di "Everyone Will Fail" ne è perfetto esempio. Il ridotto uso di elementi vocali inoltre non fa che rafforzare il disumano senso di estraniazione, ma d'altro canto le rare comparse non hanno assolutamente sembianze angeliche e le urla sfrenate di "When The Day Breaks" rendono chiaro il concetto.
"IV" è tutto fuorché un disco semplice, tuttavia proprio per questo motivo gli amanti dell'estremismo più sperimentale troveranno pane per i propri denti. I Convulsif si confermano quindi come una realtà in piena forma e meritevole di essere seguita.