COR SCORPII – Ruin
I Cor Scorpii sono tornati, a distanza di ben dieci anni dalla pubblicazione del debutto "Monument", con il secondo album "Ruin". La strada intrapresa da una delle costole degli Windir dopo la morte del leader Valfar (i Vreid sono l'altra) trasporta ancora con sé parte del DNA della band madre, regalandoci un album non perfetto ma dotato della stessa classe, di un identico legame con la natura e dal suono melodico, raffinato e colmo di atmosfera.
All'interno di "Ruin" le chitarre di Rune Sjøthun (ritmica) ed Erlend Nybø (solista, già nei Funeral) e le tastiere di Gaute Refsnes (Odium, ex Windir e Fortíð) sono le padrone della scena. Le asce sono prominenti in quanto ad armonizzazioni, rifiniture e cambi di tema in corsa, mentre Refsnes sostiene basi ritmiche espressive e mutevoli quel che basta ma leggermente penalizzate in fase di missaggio. La batteria di Ole Nordsve (Blåhø, Celebratum, Vecordious), ottimo sui cimbali, e il basso di Inge Jonny Lomheim finiscono così per essere relegati in secondo piano ed è un peccato.
Nonostante tale neo, il disco vanta comunque molte altre note positive ed è decisamente apprezzabile. "Svart Blod (Hovmod Står For Fall)", "Skuggevandrar", "Helveteskap" e "Siste Dans" sono pezzi di notevole caratura, in cui atmosfere e melodie lussureggianti si combinano con sensazioni elegiache e commoventi. La versatilità della scaletta è buona così come la qualità progressive della proposta. Infine è da rimarcare anche la prestazione vocale offerta in tutti i settori, sia quello sporcato che pulito, tanto dal cantante Thomas S. Øvstedal quanto dagli ospiti Annika Beinnes e Mats Lerberg (I Swear Damnation ed ex Funeral, Fallen e Glittertind).
I rinati Cor Scorpii non dovrebbero trovare particolari ostacoli nell'attrarre ascoltatori assidui del genere e fan di formazioni connazionali come Galar e Mistur (in cui milita il chitarrista Strom, ex compagno di avventura anche negli Windir e membro dei Vreid), creando magari l'interesse nel riscoprire anche i passi compiuti in precedenza. La speranza è che "Ruin" non sia soltanto un capitolo estemporaneo, bensì il segnale di una ripresa delle attività vera e propria. Bentornati!