CORNEA – Apart
Proprio quando pensavamo di aver chiuso i conti con il 2020, ecco che scavando tra le uscite ci imbattiamo in Apart dei padovani Cornea, un’ottima scusa per smaltire ancora un po’ degli ultimi ascolti di un anno particolare per il fluido mondo di confine tra post-rock e post-metal strumentale.
Con Apart, la band veneta esordisce senza timore in una scena italiana ormai solida e non più così minoritaria nell’ambito del post- europeo (vengono in mente gli ottimi Riah). Per qualche motivo, la pur particolare copertina (opera del chitarrista Nicola Mel) non sembra dare un’idea chiarissima dell’universo sonoro di riferimento, lasciando un alone di mistero su quello che troveremo nel disco.
I sei brani messi sul piatto guardano in maniera molto evidente a mostri sacri della scena come i Russian Circles o If These Trees Could Talk. Tuttavia, i Cornea riescono a piazzare alcuni elementi inattesi e personali, come il basso in “Kingdom” o la parte liquida a metà di “Will Your Heart Grow Fonder?”, rendendo tutt’altro che generico l’ascolto di Apart. Il trio pesca infatti da una varietà di stili, tra cui lo shoegaze, senza disdegnare addirittura qualche punta di doom metal.
Il consiglio è di lasciarsi trasportare dal post-rock-metal dei Cornea attraverso questa stramba dimensione fatta di fiori giganti e conturbanti scheletri dai capelli lunghi. Apart è una bella perla da recuperare soprattutto per chi cerca post-cose italiane e se l’era perso tra le migliaia di uscite dello scorso anno.