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CORPSET – Ruins

 
Gruppo: Corpset
Titolo:  Ruins
Anno: 2011
Provenienza:  Finlandia
Etichetta: Violent Journey Records
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TRACKLIST

  1. The Light Divine
  2. Castrate
  3. Blair
  4. Moment Of Clarity
  5. Into The Light
  6. Give & Go
  7. World Hate Center
  8. Behind The Sauna
  9. V.P.O.
  10. Ceasar's Palace
DURATA: 35:23
 

La formazione finnica dei Corpset da nuova vita a "Ruins", album uscito in versione cd-r nel 2010 è adesso finito sotto le mani di Vesa e della sua Violent Journey Records acquisendo forma più degna per un gruppo costituita da membri di band di buona levatura quali A.R.G. e Crystalic.

Dieci tracce di death-thrash incline alle melodie e al groove, viventi un costante dualismo fra le due facce,old school e moderna che si integrano piacevolmente all'interno di una scaletta capace di palesare soluzioni di richiamo Bay Area (non è difficile riconoscere certi spunti in stile Forbidden) quanto trovare connotazioni classicamente più europee nell'uso di armonizzazioni di stampo scandinavo.

Come sempre più frequentemente avviene le grandi scuole metal si fondono in un'unica uscita, certo è che la prima parte del disco regala il meglio della produzione di casa Corpset, fantastici sono i riff che caratterizzano infatti la prima traccia "The Light Divine" (discreto anche il solo al suo interno) e "Castrate", quest'ultima più thrash, discorso che vale anche per "Moment Of Clarity", forse la migliore fra quelle che rileggono i momenti old del genere in modo più evidente.

È discreta l'accoppiata composta da "Give & Go" e "World Hate Center", canzoni dotate di buon piglio, nella seconda gradevole in particolar modo il lavoro d'intarsio solistico, e il groove espresso in una "Behind The Sauna" con gli ultimi due episodi a rientrare seppur di poco nella media. L'unico pezzo che non ha avuto effetto sul sottoscritto è "Into The Light", né carne, né pesce, prova a percorrere un sentiero simil Pantera purtroppo alquanto sbiadito.

La prestazione strumentale, seppur si blocchi in alcuni frangenti rimanendo incastrata nel tentativo per altro non riuscito di crearsi un'identità, è apprezzabile, non mancano infatti i riff di valore, i ganci melodici ben piazzati, l'energia sprigionata dai brani e una globalità d'intento che fa pendere in positivo il mio apprezzamento nei confronti di "Ruins". Ci sono però anche due o tre punti che andrebbero ritoccati: in primis le linee di voce utilizzate da Antii sin troppo standard sia nel tono che nell'approccio.

In fin dei conti i Corpset non cambieranno la vita a nessuno, offrono però una prima prova da compitino ben fatto  e che una volta mandata on air ha il proprio perché. È una base abbastanza solida su cui poter costruire un futuro nuovo lavoro, rimaniamo dunque in attesa di una conferma e mi (e gli) auguro di un'avanzante maturità artistica.