CONSTANT VULSE – Hedonic Sleepwalkers
Gruppo: | Constant Vulse |
Titolo: | Hedonic Sleepwalkers |
Anno: | 2012 |
Provenienza: | Germania |
Etichetta: | WOOAAARGH |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 20:48 |
Eccoci nuovamente alle prese con un esordio: dalla Germania, edito dall'interessante WOOAAARGH, il quartetto death-grind Costant Vulse ci delizia con il suo primo EP, breve, veloce, incazzato e in generale con tutte le carte in regola. I ragazzi sono giovani, la foto è chiara a riguardo, ma dal suono di "Hedonic Sleepwalkers" non si direbbe: la lezione è ancora e sempre quella dei vari Brutal Truth, Terrorizer e affini, tuttavia "attualizzata" a quelli che sono i canoni correnti, dai Cattle Decapitation ai nostri Cadaveric Crematorium. Sostituite le tematiche animaliste dei primi e il cazzeggio spintissimo dei secondi con l'attenzione per il sociale di scuola Napalm Death e avrete un'idea precisa al millimetro di cosa suonano i ragazzi di Trier.
L'artwork è un collage di ribellione sociale: un bimbo con uno striscione che recita "no future", un uomo bendato che avanza alla cieca la cui benda reca scritto "god", manifestanti che si scontrano con le forze dell'ordine e un'altra manciata di situazioni correlate alla decadenza della nostra società. Il libretto, anziché i testi degli undici brani, riporta frasi sparse che sembrano un manifesto politico socialista: "exploit of the lower class", "staring down the social ladder where the abandoned sit" e tutta un'altra serie di dichiarazioni che farebbero contenti i già citati Embury, Greenway e compagnia.
La musica, dal canto suo, non offre nulla di diverso rispetto a quanto è lecito aspettarsi, ossia un death-grind sparato a mille con alternanza tra growl e voci da maiale scotennato (ottima la versatilità di Daniel Powell dietro al microfono), blast beat pressoché perenne, riffing quadrato e compatto. Qualche mid tempo di quando in quando a spezzare il ritmo, ed ecco serviti i primi venti minuti di registrazione dei Constant Vulse. Certo, c'è da lavorare per poter dire di essere di fronte a una band matura, ma il songwriting è più che convincente e gli strumenti sono suonati con il giusto dosaggio di tecnica e aggressività.
Il vero punto debole del lavoro è rinvenibile in fase di produzione: il tentativo di rendere "Hedonic Sleepwalkers" pulito e moderno è stato eccessivo, e il risultato finale è un po' troppo freddo, oltre ad avere dei suoni e dei volumi di batteria completamente sproporzionati e sovradimensionati rispetto al resto della sezione ritmica, chitarra in primis. Si tende insomma verso il tanto odiato suono "plasticoso". Un po' più di "calore" nel sound e del tempo per crescere e affinare il proprio stile sarebbero d'uopo, ma la causa per cui i quattro ragazzi si battono è tutt'altro che persa.