CRADLE OF FILTH – Cryptoriana – The Seductiveness Of Decay | Aristocrazia Webzine

CRADLE OF FILTH – Cryptoriana – The Seductiveness Of Decay

 
Gruppo: Cradle Of Filth
Titolo: Cryptoriana – The Seductiveness Of Decay
Anno: 2017
Provenienza: Regno Unito
Etichetta: Nuclear Blast
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TRACKLIST

  1. Exquisite Torments Await…
  2. Heartbreak And Seance
  3. Achingly Beautiful
  4. Wester Vespertine
  5. The Seductiveness Of Decay
  6. Vengeful Spirit
  7. You Will Know The Lion By His Claw
  8. Death And The Maiden
  9. The Night At Catafalque Manor [traccia bonus]
  10. Alison Hell [cover Annihilator, traccia bonus]
DURATA: 01:05:30
 

Poteva il vostro caro Vlakorados evitare di parlare del nuovo parto dei Cradle Of Filth? La risposta, ovviamente, è «no». Ritenetevi fortunati: vi ho risparmiato la registrazione originale di "Dusk… And Her Embrace", questa volta non si scappa.

Con un titolone come "Cryptoriana – The Seductiveness Of Decay" (ispirato alla passione per l'horror dell'epoca vittoriana) e una copertina a dir poco grottesca, i Nostri beniamini britannici tornano alla ribalta in maniera piuttosto inusuale (quanto meno per loro). Nessun cambio di formazione rispetto al precedente album: un'inattesa novità che, a conti fatti, non apporta nessuna novità effettiva. È lecito, quindi, aspettarsi che questo ultimo lavoro prosegua sulla scia di "Hammer Of The Witches", consolidando lo stile mostrato in precedenza.

La sensazione che la (seconda) dipartita di Allender sia stata uno degli eventi più positivi nella carriera recente della band viene confermata: se già due anni fa le chitarre sembravano rinate rispetto al mezzo disastro di "The Manticore And Other Horrors", in "Cryptoriana" risultano ancora più convincenti, sfoggiando un'ampia gamma di stili uniti in maniera totalmente disinvolta. Tremolo picking tipici del Black Metal, evidenti tributi ai Maiden, un'aggressività di stampo Thrash, vaghi accenni Death, perfino rallentamenti tendenti al Doom in "Death And The Maiden" e chitarre acustiche in un paio di tracce: in pratica tutto ciò che Allender avrebbe potuto (e dovuto) fare invece di scavare la fossa al gruppo. Anche gli assoli sono di buona fattura: a volte melodici, altre più cacofonici (senza eccedere), ma sempre dimostrando l'ottima collaborazione tra le due asce, che riescono comunque a lasciare i dovuti spazi al basso di Daniel Firth, spesso presente anche nelle fasi più concitate.

Perfino la batteria dell'ormai veterano Marthus non è mai stata così a proprio agio nel gruppo come in "Cryptoriana": le sfuriate di "Achingly Beautiful" non sono nemmeno paragonabili alla cattiveria plastificata di "Manticore"; al contrario, la prestazione del musicista è assolutamente sopra le righe: variegata, senza però rinunciare alla ferocia, caratterizzata da una dinamicità degna di nota, che permette al disco di fare un notevole salto di qualità rispetto ai suoi predecessori. Rimane da capire il motivo per cui lo stesso Marthus si sia occupato anche delle tastiere, pur essendoci una tastierista come Lindsay Schoolcraft in formazione, tuttavia poco male: anche in questo caso il suo contributo è gradevole, molto dosato rispetto all'importanza che questo strumento rivestiva in passato, eppure efficace nel trasmettere la drammaticità e l'eleganza dell'album. La riuscita dei momenti più intensi di "Wester Vespertine" è soprattutto merito suo.

Veniamo al comparto vocale, nel quale possiamo notare la partecipazione della Schoolcraft come principale supporto al leader; abile sia nello spoken word teatralmente malevolo che nel canto vero e proprio in accompagnamento (come ogni fanciulla che ha ricoperto il suo stesso ruolo in passato), ricordando Sarah Jezebel Deva nel tono di voce, senza per questo farla rimpiangere. Oltre a lei, "Cryptoriana" può godere del ritorno di Liv Kristine (chi non ha nostalgia di "Nymphetamine"?) in "Vengeful Spirit" e del Choir Of The Damned che già dal singolo "Heartbreak And Seance" faceva intuire la propria rilevanza all'interno del lavoro.

Per quanto riguarda Dani Filth, la sua performance è probabilmente la migliore degli ultimi anni: non solo perché sembra quasi essere tornato indietro di almeno tre lustri — anche se con un po' di fatica — sul finale di "You Will Know The Lion By His Claw", ma soprattutto considerando come sia diventato totalmente padrone della sua nuova vocalità, ricca di sfumature tratte dal passato e dal presente del cantante. Tra uno scream acido che a tratti definirei androgino, qualche squittio a cui ormai dovremmo essere abituati, una vocalità più pulita ma comunque graffiante e versi più o meno mostruosi, il signor Filth è un altro punto di forza dell'album. Inutile sottolineare come i testi siano — come al solito — ben scritti e di un certo effetto, grazie all'ottima interpretazione di Dani.

Il disco risulta un successo specialmente per il perfetto equilibrio delle varie componenti in gioco: il lavoro di squadra dei sei membri fa sì che il gruppo riesca a sfornare brani di oltre sei minuti efficaci in tutta la loro durata; il misto di orecchiabilità — da giorni, ormai, canticchio "Achingly Beautiful" e "Vengeful Spirit" — e aggressività dalle sfumature gotiche suona efficace come non lo era da tempo. L'album viene ulteriormente impreziosito da due tracce bonus: la gradevolissima e più immediata "The Night At Catafalque Manor" e una cover di "Alison Hell" degli Annihilator che forse è l'unico episodio effettivamente trascurabile, per quanto simpatico.

"Cryptoriana" è un'opera dei Cradle Of Filth in tutto e per tutto, forte dell'identità inconfondibile che è sempre stata croce e delizia del gruppo inglese, ricca di melodie, atmosfere e tematiche di stampo indiscutibilmente filthiano. Proprio per questo motivo — per l'ennesima volta — Dani e soci non riusciranno certamente a far cambiare idea ai propri detrattori; in compenso, un disco del genere dovrebbe rafforzare l'opinione — supportata dal sottoscritto — che la band abbia ancora molto da dire, nonostante vampiri e simili non siano più di moda da almeno quindici anni.