CRIMSON SHADOWS – Kings Among Men
Gruppo: | Crimson Shadows |
Titolo: | Kings Among Men |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Canada |
Etichetta: | Napalm Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 49:58 |
Prendete i DragonForce, aggiungete un pizzico di Amon Amarth e condite con abbondanti Children Of Bodom. Che viene fuori? Pare strano, ma i canadesi Crimson Shadows sono realmente identificabili da questa fusione che — lasciatevelo dire — vi rapirà immediatamente.
So bene che il tratto più distintivo dei DragonForce (schitarrate alla velocità della luce, doppia cassa martellante e assoli senza controllo) è anche il più grande difetto della band inglese, eppure i Crimson Shadows sono riusciti a trovare una combinazione tale che risulta inevitabile muovere il piede per tenere il ritmo o canticchiare i ritornelli estremamente melodici e ispirati. C'è da dire che, sfruttando una linea vocale in growl per la maggior parte del tempo (che condivide anche i temi dei testi con lo stile degli Amon Amarth), i ritornelli cantati con voce pulita vengono ulteriormente messi in risalto, donando a brani come "Heroes Among Us" e "A Gathering Of Kings" lo status di veri e propri cavalli di battaglia. Le dieci canzoni di cui è composto "Kings Among Men" non lasciano un attimo di respiro all'ascoltatore, se non per le due intro "March Of Victory" e "On The Eve Of Battle" che, di fatto, non fanno altro che preparare a una nuova impennata sonora.
È vero: probabilmente il disco dei Crimson Shadows risulterà come niente di nuovo all'ascoltatore medio, né i continui assoli sparati cattureranno nuovi adepti, ma è davvero molto difficile non apprezzare un disco come "Kings Among Men". Non tanto per l'eccelsa prestazione del gruppo canadese (sotto tutti i punti di vista), o per la dimostrazione di tecnica, ma perché i tempi rapidi dei brani e la carica trasmessa rendono quasi tutta l'offerta estremamente riuscita in ambito Power Metal.
L'unica vera riserva che mi sento di esprimere riguarda la lunghezza di alcuni brani che, guarda caso, sono tratti del precedente EP "Sails Of Destiny", ovvero "Maidens Call" e la conclusiva "Moonlite Skies And Bloody Tides". Dico questo non per la possibile ridondanza ("Moonlite" dura dieci minuti), ma piuttosto perché è chiaro che per pezzi particolarmente lunghi una soluzione con un inframezzo arpeggiato (come in "Braving The Storm"), o qualche altra idea in linea con il genere, può offrire una migliore assimilazione.
Per il resto, il secondo disco ufficiale dei Crimson Shadows è un vero fulmine a ciel sereno, un po' come furono i DragonForce qualche anno fa. Viene da sé che il target a cui si rivolgono è un po' più estremo, ma l'unione di buoni testi Epic ispirati ai miti vichinghi (per fortuna niente troll e draghi che hanno anche rotto!), l'ottima prestanza vocale che porta il growl a limiti scream e l'indubbia capacità tecnica trasformano la prova dei canadesi in un disco di facile assimilazione per ogni amante dei gruppi citati a inizio articolo. Ci auguriamo che, in maniera del tutto differente dagli inglesi, i Crimson Shadows non finiscano per autoplagiarsi, o sfidare i limiti umani di tapping e velocità di esecuzione, ma che invece continuino alla ricerca di melodie tali da offrire ancora un mix di Power Metal con voce da Death melodico così da catturare l'attenzione dai soliti noti del genere e — chissà — magari partorire un vero e proprio capolavoro.