CRIPPLE BASTARDS – Misantropo A Senso Unico
I Cripple Bastards sono una fra le tante band delle quali il panorama musicale italiano dovrebbe andar fiero e ormai una corazzata rodata, essendo in attività da venticinque anni. In questa specifica occasione non vi parlerò di un nuovo lavoro, bensì di uno dei passi importanti compiuti nel passato: la seconda uscita Misantropo A Senso Unico. Il disco in questione venne originariamente rilasciato nel 2000, sono quindi trascorsi quasi tre lustri e per la F.O.A.D. Records a quanto pare era giunto il momento di ridargli vita, remissandolo e rimasterizzandolo con la supervisione della band presso i Toxic Basement Studio.
Si tratta di uno spaccato esistenziale caustico e schiettamente brutale di una società alla deriva, raccontato con determinazione, brutalità ed esente da qualsiasi riguardo nei confronti del politicamente corretto. È composto da diciassette pezzi che utilizzano grind, hardcore punk, crust e l’idioma italico (accantonando l’internazionalizzazione garantita dall’inglese) in maniera da renderlo crudamente nostro: quaranta minuti all’insegna delle verità ringhiateci contro dalla voce al vetriolo di Giulio “The Bastard”, pronte a sfibrare l’orecchio con il violento riffing di Alberto “The Crippler” e farci contorcere ed esasperare al ritmo imposto dal duo formato da Schintu “The Wretched” al basso e Walter D. Thomas alla batteria (sia “The Crippler” che D. Thomas sono ormai ex della band).
La scontrosità, mai smussata, dei brani è la chiara rappresentazione di come gli astigiani non si nascondano dietro a nulla, riversando in ogni singola nota prodotta e parola enunciata la propria vitalità, grintosi osservatori di una società che non va loro a genio. A volte per questo potranno risultare offensivi al «moralista della domenica» (“Dio È Solo Merda”), spudorati e misogini (“Quasi Donna… Femminista”) ed estremi, privi di capacità di mediazione: non a caso la loro è «una strada a senso unico». Non lasciatevi tuttavia ingannare da una prima impressione spesso fuorviante, poiché le liriche hanno bisogno di essere assimilate, affrontate e vissute. Sono sicuro che chi li segue da tempo sia già cosciente di tale aspetto, del resto è fondamentale far viaggiare in coppia la matrice devastante delle bordate musicali e le riflessioni che vi sono collocate sopra, solo così avrete un’idea consona di ciò che sono i Cripple Bastards.
Le uniche vere novità presenti in questa ristampa sono la pregevole confezione digipak con all’interno un libretto correlato di testi in doppia lingua (italiano e inglese) e la diciassettesima traccia “Separati Dal Contagio”, nata da una fase d’improvvisazione di Alberto e Walter avvenuta nel 1999 e dotata del contributo degli svedesi Anima Morte.
Non mi dilungherò ulteriormente, perché non voglio annoiarvi con divagazioni su vari generi o dissertazioni tecniche: un lavoro come Misantropo A Senso Unico ti fa comprendere che doti quali carattere, personalità e integrità sono necessarie per arrivare sia al cuore che alla testa di chi sta all’ascolto; questa è la maturità acquisita di chi non fa propaganda politica, ma vuole solo darti una mano a riflettere su ciò che accade nel mondo. Prendete quindi i Cripple Bastards come dei compagni di viaggio con i quali poter discutere animatamente, magari urlandovi contro e nel farlo non dimenticatevi di alzare il volume!