CULTIC – High Command
Proprio in queste settimane, il nostro Giup ha ripercorso la storia di Tom G. Warrior e dei Celtic Frost, direi che non poteva esserci coincidenza più (in)felice per l’arrivo sulle nostre pagine dei Cultic. Il progetto fondato nel 2016 da Brian Magar (chitarra e voce) e Rebecca Magar (batteria), diventato un trio con l’arrivo del bassista Reese Harlacker, ha infatti tra le sue principali influenze proprio il doom marcio e oscuro della leggendaria band svizzera.
Già a partire dalla copertina del loro esordio High Command (opera della stessa batterista), infatti, l’impressione è proprio quella di un salto nel passato, fino ai campi di battaglia del metal ottantiano più putrido e ferroso. I Cultic lanciano il proprio attacco alle creature mostruose che dal cielo minacciano il mondo a suon di death-doom metal paludoso (“Cruel Orders”) e un cantato quasi ringhiato, senza dimenticare qualche omaggio alle voci heavy più classiche (“The Prowler”). Tuttavia, non aspettatevi chissà quale varietà musicale nei sette capitoli di High Command, che resta un disco sfacciatamente e volutamente derivativo, un’autentica dichiarazione d’amore nei confronti di quello che Celtic Frost e simili hanno fatto nel corso degli anni ’80. Per dire, nemmeno il video di “Forest Of Knives” esce dal seminato del tema tizi in armatura con le facce cattive in una foresta.
Questa mezz’ora abbondante di oscurità e metallo, negli ultimi giorni, mi ha accompagnato soprattutto per strada e si è dimostrata una colonna sonora adeguata per le comuni scorribande nella ferraglia moderna. Ciò detto, il marciume, le battaglie e la produzione melmosa sono probabilmente tutto quello che cercate, se vi avvicinate a una band come i Cultic.
Il gruppo ha iniziato a suonare in giro per la Pennsylvania per lanciare l’album e probabilmente toccherà qualche altro posto in giro per la costa Est. Brian Magar è anche la mente dietro la Eleventh Key Records, la piccola etichetta attraverso cui è uscito High Command, un disco dedicato ai moderni barbari e agli stregoni urbani, come recita la band stessa.