CURSE – Void Above, Abyss Below
Gruppo: | Curse |
Titolo: | Void Above, Abyss Below |
Anno: | 2011 |
Provenienza: | Islanda |
Etichetta: | Schwarzdorn Production |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 35:56 |
I Curse sono un altro progetto di Eldur, conosciuto anche come mente della creatura Fortíð. Con questa formazione si allontana dal viking e dall'atteggiamento epico della proposta che ha caratterizzato la trilogia "Völuspá", per dedicarsi alla parte più rozza e primordiale del genere.
In compagnia del batterista D. Theobald, ha dato alla luce questo terzo capitolo intitolato "Void Above, Abyss Below", i cui riferimenti musicali sembrano essere più che altro Hellhammer e Darkthrone. Ogni tanto poi qualche traccia dei Satyricon black'n'roll spunta fuori, ma si parla di un'uscita decisamente sporca, più affine ai primi nomi citati come peculiarità e grettezza.
I brani sono semplici, il processo compositivo è stato alquanto istintivo, l'album è stato scritto e registrato in poco più di un mese, con la metà completamente incentrata sull'improvvisazione. Si tratta quindi di una prova genuina e pura fino all'osso, per certi aspetti tendente a una jam-session da sala prove che, pur mostrando di possedere dei limiti in quanto a personalità e struttura, si rivela in grado di offrire anche dei buoni momenti. Ci sono infatti un paio di canzoni, iniziando proprio dal mid-tempo "Void Above, Abyss Below", che svolgono il proprio compito senza intoppi particolari.
Siano i momenti in cui ci danno sotto col black'n'roll ("The Mad Sheperd") oppure quelli più atmosferici ("I'm The Dead Guy" e la conclusiva "Priests Of The Underworld"), i Curse sono coscienti di muoversi su un terreno pestato, battuto e rivoltato ormai all'inverosimile e se la cavano con un pizzico di mestiere e qualche breve parentesi maggiormente melodica ("Painting The Devil On The Wall" e la successiva "Hour Of The Skull"), portando a casa un risultato positivo.
Per quanto ruvida e non proprio perfetta, la produzione non crea fastidi particolari alla strumentazione. Per fortuna i ragazzi hanno avuto il buongusto di evitare riferimenti a certe prove registrate in stile demo anni Novanta solo perché fa figo.
In conclusione, "Void Above, Abyss Below" non vi cambierà la vita, è però un disco dotato di un alone scuro e di riff che i cultori della vecchia scuola difficilmente potranno non apprezzare. Nutro più che altro dubbi sulla longevità della sua esistenza negli stereo: sarà il vostro gusto a dare ai Curse la possibilità di vivere o meno fra i lavori che ritenete degni, dar loro una chance però non vi costa davvero nulla.