Daeva - Through Sheer Will And Black Magic | Aristocrazia Webzine

DAEVA – Through Sheer Will And Black Magic​.​.​.

Gruppo: Daeva
Titolo: Through Sheer Will And Black Magic​.​.​.
Anno: 2022
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: 20 Buck Spin
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TRACKLIST

  1. Intro (Emanations)
  2. The Architect And The Monument
  3. Arena At Dis
  4. Passion Under The Hammer
  5. Loosen The Tongue Of The Dead
  6. Fragmenting In Ritual Splendor
  7. Polluting The Sanctuary (Revolutions Against Faith)
  8. Itch Of The Bottle
  9. Luciferian Return
DURATA: 37:07

Semplice forza di volontà e Magia Nera: né più, né meno. È questa la formula che i Daeva hanno applicato fin dal loro debutto e ora questi cultisti del malae d’Oltreoceano tagliano il traguardo del primo album con Through Sheer Will And Black Magic… Ecco come si sono evolute le cose in casa loro dai tempi dell’uscita dell’EP Pulsing Dark Absorptions: della formazione a tre con cui avevano debuttato, oggi restano il cantante Edward Gonet e il bassista-chitarrista Steve Jansson, ex turnista per i Vektor, tra le altre cose. A sostituire il defezionario Justin Bean — che fra l’altro si era occupato della batteria di Luan dei Ripped To Shreds — ci ha pensato il boliviano Enrique Sagarnaga dei Crypt Sermon; assieme a lui completano la formazione infernale Frank Chin, compagno di scorribande di Sagarnaga nei Crypt Sermon, ex membro dei Vektor e musicista dal vivo degli Eternal Champion.

Visto come si presentano oggi i Daeva, lo spettacolo dovrebbe essere già assicurato, difatti nei suoi trentasette minuti Through Sheer Will And Black Magic… offre una band in formissima, i cui valori fondanti sono old school, magggia nera e ulteriore old school. Quanto anticipato gustosamente su Extrema Ratio da “Passion Under The Hammer”, singolo di presentazione del disco, trova perfetto riscontro nel resto della scaletta e, devo dire, che nove tracce per un totale inferiore ai quaranta minuti sono una soluzione perfettamente calzante per il gruppo. Nei loro brani, concisi, compatti e asciutti, la violenza del black-thrash primordiale è magnificata da una tensione verso la forma novantiana del genere, ingentilita da una produzione moderna. Attenzione, non c’è ombra di plasticosità e pasticci da queste parti: il basso è grosso, grasso e invadente, fondamenta perfetta per gli assalti del quartetto; la batteria rifugge trigger e brutalismi sonori, basando rullate, fill e blast solo sulla bontà del loro esecutore. Dal canto loro, poi, le sei corde sferzano, affilate come rasoi, perforando e mutilando, mentre gli scream virulenti si incastonano alla perfezione in questa trama malefica, elevando il tutto a lode e gloria dell’Abisso.

Con Through Sheer Will And Black Magic…, i Daeva dimostrano di aver abbracciato il culto del passato più violento della musica estrema, restando fedeli agli stilemi del black primordiale e del thrash più imbastardito. Figlioccio dei primi Mayhem e Necrodeath, il debutto sulla lunga distanza di questi americani è un disco di culto con la C maiuscola: se non mi credi, sparati il trittico composto da “Loosen The Tongue Of The Dead”, “Fragmenting In Ritual Splendor” e “Polluting The Sanctuary (Revolutions Against Faith)” e poi ne riparliamo. Possibile disco dell’anno? Vedremo, ma di certo sarà tra i contendenti.