DAN DEAGH WEALCAN – Fragmented Consciousness
Il progetto — che ormai si può legittimamente definire duo — Dan Deagh Wealcan è stato una delle cose musicali più interessanti che mi siano passate per mano nel 2015, con la sua tangibile contemporaneità e l'attenzione rivolta a ben più di un ambito musicale. Purtroppo, "Fragmented Consciousness" ha raggiunto la mia scrivania a quasi un anno di distanza dalla sua uscita (metà febbraio 2016 tramite una sottoetichetta della Metal Scrap Records), nel frattempo i due hanno addirittura pubblicato un altro disco dal titolo "Fragmented Life" a novembre e stanno già lavorando sul quinto in uscita nel 2017.
Personalmente non sono un grande fan delle uscite che si rincorrono con così poca distanza l'una dall'altra, tuttavia nel caso di questa formazione russo-ucraina sento di poter fare una leggera eccezione. Sappiamo di vivere un'era di velocità e bombardamento di informazioni, di ogni tipo e provenienza, e questa estrema interconnessione tra mondi e piani diversi sembra essere la principale chiave di lettura dell'opera di Mikhail (che si occupa di tutto il comparto musicale e tecnico) e Eugene (testi e voce principale), sia in termini concettuali che strettamente musicali.
I titoli dei sedici brani sono delle mescolanze di gergo internettiano, sgrammaticature e caratteri speciali, anche qui un rimando alla dimensione digitale che Dan Deagh Wealcan rappresenta in maniera perfetta. La musica salta di palo in frasca, dallo hardcore all'elettronica ("strangeWAR"), flirtando con il metal (un buon esempio di questa schizofrenia sonora è "[Stuck.In.This]"), a tratti ricordando i momenti più riusciti del Marilyn Manson di fine anni '90; un'altra influenza molto evidente è quella dei Nine Inch Nails, come possiamo sentire ad esempio in "I'Am=Confused". I due conservano un approccio comunque molto visivo alla loro creazione e questo viene fuori particolarmente nei loro video musicali, per esempio "Broken)Cluster" sembra essere una rappresentazione dell'estrema frammentazione dei nostri processi conoscitivi e dell'infinito multitasking a cui il nostro cervello è sottoposto ogni giorno.
Possiamo dire che i Dan Deagh Wealcan siano andati avanti con estrema consapevolezza sulla strada tracciata dal lavoro precedente, e sicuramente potranno attirare gli appassionati della musica di difficile catalogazione (come avevamo visto anche con i francesi Chenille). A questo punto, bisogna vedere come e se riusciranno a reggere questi ritmi compositivi forsennati, con uscite corpose che si susseguono a meno di un anno l'una dall'altra; fino a questo "Fragmented Consciousness" posso sicuramente ritenermi soddisfatto.