Dark Awake: la consapevolezza attraverso l'incoscienza

DARK AWAKE – The Last Hypnagogue

Gruppo: Dark Awake
Titolo: The Last Hypnagogue
Anno: 2019
Provenienza: Grecia
Etichetta: Steinklang Industries
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TRACKLIST

  1. Visuddha (Chakra Drinking)
  2. The Last Hypnagogue
  3. Voudon
  4. Nykta
  5. Corpus Metamorfosis
  6. Sirius
  7. Ensoph
  8. Persuasion
DURATA: 39:42

Fondato nel 2002 da Shelmerdine ma attivo discograficamente dal 2008, il duo greco Dark Awake (delle cui parti vocali si occupa Sekte) è ormai un’istituzione nel panorama dark-ritual ambient ellenico e, considerando il numero di etichette per le quali ha pubblicato, possiamo dire anche internazionale. Con nove album in carriera, diversi split ed EP questa creatura dell’oscurità di lungo corso chiude il 2019 con The Last Hypnagogue, in uscita a dicembre su Steinklang Industries, etichetta iperattiva ma anche molto attenta nel selezionare gli artisti che andranno ad arricchire il suo roster.

Lo stato ipnagogico è quella fase a cavallo tra la consapevolezza e l’incoscienza che viviamo quando stiamo per addormentarci: una fase di transizione durante la quale viviamo, letteralmente, allucinazioni, sogni lucidi e altri fenomeni psicologici e fisiologici. Come potete ben immaginare è un tema che ha ispirato numerosissimi artisti in tutti i campi possibili e che ha catturato l’immaginazione anche del nostro Shelmerdine. The Last Hypnagogue — per il cui ascolto consiglio il buio totale — sembra infatti composto da una serie di allucinazioni ipnagogiche, di immagini sia vivide che sfocate, indefinite, all’interno delle quali ci muoviamo tra atmosfere nebbiose, ovattate. I pochi episodi cantati, “Nykta” su tutti, contribuiscono a rinforzare questo stato di spaesamento, ma il fine ultimo dei Dark Awake è quello di risvegliare la nostra consapevolezza più profonda. Per farlo costruiscono brani semplici ma di grande effetto, che vedono alternarsi strumenti sintetici e suoni più fisici e concreti: il clima bucolico della già citata “Nykta” fa il paio con i momenti onirici di “Sirius” e quelli neoclassici-romantici di “Corpus Metamorfosis”, pezzo quasi da manuale del genere.

I Dark Awake sanno il fatto loro, e con quest’ultimo album confermano di sapersi muovere anche con le tenebre assolute nei corridoi claustrofobici dell’ambient ritualistica, creando con una strumentazione semplice (tra cui le ossa umane, sì) dei non luoghi mentali molto vividi e suggestivi. The Last Hypnagogue è il disco giusto per finire l’anno in bellezza, tra fumi stordenti e viaggi extracorporei.