DARK COVENANT – Demo 2009
Gruppo: | Dark Covenant |
Titolo: | Demo 2009 |
Anno: | 2009 |
Provenienza: | Canada |
Etichetta: | Emanes Metal Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 22:08 |
Nati come Dawn Of Sorrow nel periodo risalente al 1993/1994, la band canadese a cui Evillair (chitarra) e Vjohrrnt Wodansson (voce) diedero vita rimase in stato di fermo sino a quando non cambiò nome in Dark Covenant. A questa rinascita presero parte anche Js (chitarra), già compagno d'avventura del cantante nella band folk Fjord, e il bassista Somatophylax.
L'ispirazione che la formazione ha continuato a seguire trae fonte vitale dall'epic doom in chiave Candlemass del primo album "Epicus Doomicus Metallicus", dai Solitude Aeturnus e da gente come Memento Mori e Mercy e come risultante ecco servito un demo di quattro tracce prettamente di natura classica.
Riff giganteschi e ariosi, note allungate e pregne di una natura che affonda le radici in tempi passati. È l'era mitologica di regni decaduti e avvolti da un'oscurità malinconicamente tenebrosa a farla da padrone. Leif Edling e soci fanno capolino già dalla prima nota emessa da "Forever Amongst The Ruins" che come "Black Sun Rising" si cimenta in un doom di stampo melodico che punta sul fattore epico invocato e innalzato dalla prestazione vocale di Vjohrrnt imponentemente sobria, un'eleganza che chiama in causa l'ottimo Rob Lowe odierno cantante, non a caso, dei Candlemass stessi.
Una delle consapevolezze che si ottengono dall'ascolto risiede nell'approccio totalmente estraneo a modernità sia dal punto di vista prettamente stilistico che compositivo, un buon vino d'annata che gode di quel retrogusto che solo l'anzianità e la conservazione riesce a infondergli.
"Perennial Solitude" n'è la punta di diamante, la traccia che spicca per il lavoro fatto da chitarristi tesi a costruire una struttura solida, ma brillante, trovando soluzioni che si calano pienamente nello spirito antico, e per certi versi ritualistico, che il brano interpreta, la tecnica messa a disposizione è un'arma vincente in quanto esclusivamente devota alla causa evitando uscite strabordanti. Ultima per scelta di scaletta, tuttavia non nei valori, "Black Raven" si presenta portando con sé uno dei riff più grevi del lavoro e continuando nel miscelare pesantezza e fasi ampie all'interno delle quali l'atmosfera cupa è assoluta padrona.
In un panorama metal nel quale lo stile in questione si è parecchio bastardizzato trovando nello stoner o nello sludge le fonti più fresche da cui attingere, il classic di stampo univocamente metallico si è un po' perso di vista, I Dark Covenant con questi quattro esempi colmi d'epicità ci ricordano che non c'è un tempo in cui un genere vada suonato e poi dimenticato, ma solo amato e portato avanti col piacere di chi vuole viverlo davvero. Gli amanti delle formazioni citate in testa ascoltino la loro musica, sembra ci sia il debutto in prossima uscita e quindi posso solo dire: occhio ai Dark Covenant.