Dark Lunacy - The Day Of Victory

DARK LUNACY – The Day Of Victory

Gruppo: Dark Lunacy
Titolo: The Day Of Victory
Anno: 2014
Provenienza: Italia
Etichetta: Fuel Records
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TRACKLIST

  1. Dawn Of Victory
  2. Red Blocks
  3. Sacred War
  4. From The Don To The Sea
  5. The Decemberists
  6. Anthem Of Red Ghosts
  7. The Mystic Rail
  8. Ages Of Decay
  9. Victory
  10. Silent Riot
DURATA: 40:05

C’è tantissimo da dire sul nuovo album dei Dark Lunacy e riordinare le idee non è facile. Un po’ li si aspettava al varco, Mike Lunacy e compagni, in particolare dopo la precedente prova di Weaver Of Forgotten (2010) che, devo ammettere, non è mai riuscita a convincermi; alla luce di The Day Of Victory, il precedente lavoro assume per me ancora di più la valenza di un album di transizione, coronamento di un momento di passaggio vissuto con la nuova incarnazione della band e quasi una dimostrazione dello stesso Mike a voler dire “sono ancora qui, posso andare avanti lo stesso”.

Bene, nel 2014, dopo quattro album e un live a Città del Messico non c’è più bisogno di dimostrare niente a nessuno e, forse, la pressione si è un po’ allentata. Ecco dunque che si torna a trattare un tema molto caro al gruppo parmense, ossia il secondo conflitto mondiale visto dal fronte sovietico (argomento già alla base del monumentale e immenso The Diarist, sebbene più specificamente incentrato sui diaristi, appunto). Gli otto brani più intro e outro del disco, infatti, si dipanano lungo il filo conduttore dell’avanzata dell’Armata Rossa verso Berlino (“Red Blocks”), fino all’annuncio dell’avvenuta firma di resa da parte del governo nazista la mattina del 9 maggio 1945 (“Victory”); esattamente a metà del lavoro, poi, è presente anche un brano dedicato ai Decabristi e ai componimenti poetici di Puškin a questi rivolti nel 1825 (“The Decembrists”). Insomma, un lavoro concettualmente imponente e “importante”, forse ancor più ambizioso del suddetto The Diarist.

Musicalmente parlando, The Day Of Victory è un ENORME passo in avanti rispetto al passato: mai la band della bassa aveva unito con tale successo i suoni di matrice melodeath ad archi, tastiere e inserti sinfonici. Ogni elemento dello strutturatissimo sound dei Nostri vive di vita propria tanto quanto è parte integrante dell’insieme: dalla voce di Mike alle chitarre di Daniele Galassi (oggi unico addetto allo strumento, poiché al disco non ha partecipato Claudio Cinquegrana), passando per batteria, basso, tastiere, violino, accordion, voci femminili e ospiti vari, la mole di contenuti e di lavoro operato su di essi è assolutamente imponente e di prima qualità. C’è l’apertura-carro armato trascinante e battagliera (“Red Blocks”), c’è il brano più rallentato, epico e corale (“Ages Of Decay”), ci sono gli arpeggi di chitarra classica (“The Mystic Rail”), ma soprattutto c’è un sapiente e ispiratissimo utilizzo di registrazioni di veri cori militari russi, perfettamente mescolati alla performance del quartetto nostrano. Le atmosfere melodiche e gli inserti di archi sono, come sempre, un punto fisso nell’universo di Mike e compagni, ma questa volta non imbrigliano i brani in un perenne mid-tempo come accadeva in Weaver Of Forgotten, bensì fungono da perfetto contraltare a passaggi di grande impatto e più puramente death (pur sempre in accezione melodica), come la grande tradizione Dark Lunacy aveva insegnato nei primi tre capitoli della propria storia.

Fin dall’apertura delle danze, da quel “Fire!” che dà il via a “Red Blocks”, è chiaro che i Nostri questa volta hanno per le mani un disco complesso, non banale, che cresce enormemente con gli ascolti grazie alla propria organicità. Un lavoro che va apprezzato non attraverso il singolo brano, ma nella visione d’insieme, dotato di una grandissima forza espressiva e di un’ottima scrittura, che tuttavia si scoprono poco a poco, passaggio dopo passaggio, ascolto dopo ascolto. The Day Of Victory è insomma l’ennesima, concreta dimostrazione di maturità di una delle migliori band italiane in assoluto. Bentornati, Dark Lunacy.