DARKENHÖLD – Memoria Sylvarum
Gruppo: | Darkenhöld |
Titolo: | Memoria Sylvarum |
Anno: | 2017 |
Provenienza: | Francia |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 44:19 |
I francesi Darkenhöld sono al terzo passaggio aristocratico: dopo aver già scritto di "Echoes From The Stone Keeper" (2012) e di "Castellum" (2014), è con grande piacere che mi cimento nel dire la mia sul loro quarto capitolo discografico, "Memoria Sylvarum".
Il percorso stilistico e tematico intrapreso ormai da lungo tempo si è ben definito: molto di quanto ho già riversato negli articoli passati potrebbe essere utilizzato per descrivere l'ultima fatica di una band sempre più distante dal congestionato mondo odierno, fatto di legami telematici, realtà virtuali e vissuto metropolitano. Al contrario la formazione è dispersa — o per meglio dire racchiusa — in una bolla atemporale, all'interno della quale mito, magia e natura si fondono per creare un universo a sé.
Se all'interno dei due capitoli precedenti si respirava un'aria per più di un verso riconducibile al periodo medioevale, in "Memoria Sylvarum" i Darkenhöld si spogliano di qualsiasi connessione con ciò che possa essere considerato cittadino, immergendosi e vagando unicamente in un infinito panorama boschivo. Estraendo il cd dalla custodia, potrete leggere proprio un breve testo il cui titolo è "Peregrinatio Silvestris".
Il peregrinare viene musicalmente scandito attraverso un black metal che affonda nuovamente le proprie radici negli anni Novanta scandinavi: ancora Dimmu Borgir, ma stavolta anche Emperor, Enslaved e Kampfar; e per certi versi ci sono pure alcuni punti di contatto con i monegaschi Godkiller. In questa specifica occasione poi alimenta in maniera più significativa la componente heavy metal classica al proprio interno, palesandola splendidamente, anche in ambito solistico, per esempio in un episodio dall'incedere vario qual è "Sous La Voûte De Chênes".
Titoli e testi prendono spunto dalle leggende e dai luoghi della Provenza, terra di origine del gruppo. Per puro caso ho scoperto che l'intermezzo strumentale "La Grotte De La Chèvre D'Or" è dedicata alla figura guardiana di tesori della Capra d'Oro, riconducibile al periodo di occupazione saracena, che avrebbe una parente qui nella mia Sicilia, precisamente in un monte vicino al fiume Irminio nel modicano, anch'essa legata a una leggenda dai toni religiosi e mitologici.
Per chiudere, siamo di fronte all'ennesima attestazione di come passione, approfondita conoscenza dei mezzi a propria disposizione e un carattere compositivo forte sono in grado di annullare il peso del già sentito. I Darkenhöld hanno confezionato un lavoro che va a impreziosire ulteriormente una discografia priva di passi falsi.