DARKFLIGHT – The Hereafter
Gruppo: | Darkflight |
Titolo: | The Hereafter |
Anno: | 2017 |
Provenienza: | Bulgaria |
Etichetta: | Black Plague Records / Metallic Media / Symbol Of Domination Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
| |
DURATA: | 57:18 |
Prima volta sulle nostre pagine virtuali per i bulgari Darkflight, nonostante vantino — tra demo, compilation e ben tre album — un curriculum musicale piuttosto ricco. "The Hereafter", come anche i suoi predecessori, sguazza in quel meraviglioso mare di disperazione che è il doom metal nella sua forma più gothic, primordiale ed essenziale (My Dying Bride, anyone?): ritmi lenti, voci colme di sofferenza, estrema cura riversata nelle melodie e negli effetti orchestrali.
Nei sei brani totali che compongono "The Hereafter" non c'è spazio per sorprese di alcun tipo, quindi non aspettatevi improvvise accelerazioni, assoli, virtuosismi o cose del genere. I testi, per la maggior parte in inglese con qua e là frammenti in bulgaro ("The Outpost") e francese ("Sans Âme") ci parlano — come avrete probabilmente già indovinato — di sofferenza, illusioni, ricerca della pace mentale e discesa nel vuoto; un vuoto in cui — chissà — magari è anche possibile trovare un attimo di tregua. Ciò che abbiamo tra le mani è un lavoro di cui si deve godere con la dovuta calma, senza fretta, adeguando il nostro ritmo a quello composto e suonato da Ivo Iliev, mente creatrice del gruppo che si occupa anche della maggior parte degli strumenti, e Milen Todorov, basso e voce pulita. Trovo che i due siano riusciti a dare il meglio di se stessi sul finale, in "Sans Âme" e "Threshold Of Death" nello specifico: un maestoso e stilisticamente completissimo pezzo di tredici minuti, il primo; una strizzata d'occhio ai più recenti Anathema e a melodie meno inquiete, che addirittura riescono a placare e rilassare la mente, il secondo. Davvero due brani conclusivi che non potranno non rimanervi impressi.
Il disco vanta diverse collaborazioni e il nome che maggiormente mi è saltato all'occhio leggendo il libretto è quello di Greg Chandler degli Esoteric, che qui si è occupato del mastering.
"The Hereafter" non può essere ascoltato solo per ammazzare il tempo e decisamente lo sconsiglio a coloro in cerca di violenza e botte da orbi. Se il vostro stato mentale è invece più malinconico e pronto ad assorbire ogni nota e ogni accordo, allora vedete di procurarvi questo disco il prima possibile.