DEAD ALONE – Ad Infinitum
I Dead Alone sono stati spesso ospiti di Aristocrazia e oggi ritornano all'interno del portale con "Ad Infinitum", album che testimonia l'ennesimo piccolo ma significativo passo in avanti compiuto dal gruppo di Monaco, stavolta supportato nell'uscita dall'etichetta connazionale Supreme Chaos Records. Il quartetto bavarese nel corso degli anni ha definito il proprio suono, levigandone i tratti e mostrando che non c'è bisogno di essere dei primi della classe per dare vita a prestazioni meritevoli d'ascolto.
Le caratteristiche fondamentali che hanno alimentato le precedenti uscite vengono riproposte in una versione ancora più incisiva e accattivante in questo ultimo parto, che non solo mantiene quell'alone doom-gotico a supporto della corposa massa death metal, ma fa della scuola melodica europea un riferimento portante sul quale far ruotare il proprio vissuto in svariate occasioni.
La proposta della band senza alcun dubbio può essere considerata come derivativa da più e più nomi noti del mondo estremo: tuttavia — com'è accaduto in passato — i quattro riescono a impostare i brani in modo da garantire un passaggio nello stereo sempre e comunque alquanto gradevole. Canzoni come "The Way Of The Damned", "Prayer Of Innocence", "Silhouette Empire", "A Dying Sun" e "Pilgrim" lasciano soddisfatti e fanno venire a contatto con le varie sfaccettature brutali, atmosferiche e melodiche messe a disposizione dai Dead Alone.
È buona la prova offerta dai chitarristi Martin Hofbauer e Fred Freundorfer in chiave ritmica, forse un po' scarna, tuttavia efficace; altrettanto buona quella in fase solistica, con l'ingresso degli assoli nei brani che va a fortificarne l'aspetto ambientale. Componente che gode della maturità acquisita dietro al microfono da un Florian Hefft ancora più vario e meglio calibrato nell'esecuzione del growl-scream rispetto al recente passato e capace quindi di scandirne il passo con maggior decisione. Al batterista Sebastian Bichler, pur riconoscendogli l'appropriata solidità e compattezza della prova, si sarebbero invece dovuti chiedere un paio di cambi di ritmo in più e — perché no — l'inserimento di qualche sessione di blastato a modificare ulteriormente l'andazzo, che in qualche frangente pare ristagnare.
"Ad Infinitum" è una conferma, una delle tante arrivate dalla passione riversata dai Dead Alone nella loro musica: posso quindi assicurarvi che lotterà per conquistarsi una piccola parte del vostro tempo e al giorno d'oggi è già tanto, davvero tanto.