DEATH TO GIANTS – Blood Pours Out
Gruppo: | Death To Giants |
Titolo: | Blood Pours Out |
Anno: | 2013 |
Provenienza: | Cina |
Etichetta: | Zang Nan Recordings |
Contatti: | Bandcamp |
TRACKLIST
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DURATA: | 23:19 |
A Shanghai è molto facile imbattersi in band composte da stranieri, trattandosi della città con la più nutrita comunità internazionale in Cina. Più di una volta mi è capitato di assistere a piccoli festival in cui ogni gruppo contava almeno un membro non cinese in formazione.
I Death To Giants nascono come progetto parallelo semiserio di Dennis Nichols, bassista/cantante di una delle band "straniere" più famose dell'area (Rainbow Danger Club) e dell'ex-cantante dei Moon Tyrant, Ivan Belcic (che qui invece si occupa della batteria, suo "vero" strumento). Il risultato di quest'incontro è qualcosa a metà strada tra una versione "math" dei Tenacious D, i System Of A Down e un gruppo death metal a caso, decisamente lontano dall'alternative rock delle formazioni "originali" dei due.
Il disco è uscito a inizio marzo con annesso concerto promozionale. Nonostante i due abbiano un repertorio live piuttosto vasto (tra cui due cover devastanti dei System Of A Down, "War?" e "Deer Dance"), l'album contiene solo dieci pezzi per poco più di ventitré minuti di durata. I testi sembrano usciti direttamente dalla testa di Jack Black o dai brani più nonsense di Tankian e soci, per esempio "30 Extra Lives" è sostanzialmente un codice da inserire per ottenere trenta vite extra e "Uggghhh" è in realtà una sorta di ricetta per cucinare delle uova (chiaro omaggio ai Tool). Non mancano un paio di canzoni dal contenuto volontariamente "metal", in cui un po' si cita e un po' si prende in giro uno dei mondi di riferimento ("Tyr And The Wolf" e "Children Play…").
Dal punto di vista musicale, i due cercano di esplorare quanto possibile tutte le diverse influenze; qui si sente la scarsa durata, che secondo me un po' penalizza la reale varietà di questa proposta. Ci sono growl, cantato melodico, momenti di headbanging selvaggio e altri addirittura ballabili. Decisamente strana la scelta di includere circa trenta minuti di brani extra per la versione premium in download su Bandcamp: nella versione premium, infatti, è possibile ascoltare alcune esibizioni live.
Il design interno del libretto (opera di Belcic) ricorda molto "Steal This Album!" per la sua estetica do-it-yourself, ed è decisamente in linea con il concept alle spalle di questo duo.
In breve: progetto variamente demenziale fondato da due americani che vivono a Shanghai, tecnicamente capaci e dalle influenze piuttosto variegate (System Of A Down su tutti, soprattutto per lo stile). Forse troppo corto, un paio di tracce in più non avrebbero guastato. La copertina è brutta come poche.
Fuck you! Fuck you Jared Leto!