DECEPTOR – Chains Of Delusion | Aristocrazia Webzine

DECEPTOR – Chains Of Delusion

Gruppo: Deceptor
Titolo: Chains Of Delusion
Anno: 2013
Provenienza: Regno Unito
Etichetta: Shadow Kingdom Records
Contatti: Facebook  Bandcamp
TRACKLIST

  1. Transmission I
  2. To Know Infinity
  3. Heatseeker
  4. Transmission II
  5. Sentient Shackles
  6. Oblivion’s Call
DURATA: 19:31

Quando Tim McGrogan, titolare della Shadow Kingdom Records, ripone fiducia in un progetto, difficilmente si sbaglia. La sua è una di quelle etichette delle quali ci si può fidare ciecamente, il rischio di ricevere delle delusioni è quasi azzerato. L’inserimento all’interno del proprio roster dei britannici Deceptor, band nella quale militano James Ashbey (attuale batterista dei Solstice e membro dei Craven Idol), Paul Fulda (ex bassista dei Mutant, qui anche alla voce) e Sam Mackertich (chitarra e voce), rappresenta l’ennesima scommessa che lo statunitense è pronto a vincere; non senza qualche ostacolo, ma ci riesce.

Dopo aver pubblicato due demo (“Start The Assault” e “Bound To The Oath”) e un ep (“Soothsayer”), il trio si rifà vivo nel 2013, ancora una volta con una mini prova. Intitolato Chains Of Delusion, il lavoro contiene sei tracce, due delle quali sono brevi intermezzi, uno posto in apertura e l’altro a metà lavoro, entrambi nominati “Transmission”; la scaletta è quindi ridotta a sole quattro tracce di buonissimo speed-thrash. Gli anglosassoni dimostrano di essere in possesso della grinta e delle capacità per dar vita a canzoni che provano a dire la loro, utilizzando sia i muscoli che una struttura tecnica più che discreta, nel tentativo di vivacizzarne il corso; nonostante su quest’ultimo aspetto ci sia ancora da lavorare.

Se è vero che “Heat Seeker” e la conclusiva “Oblivion’s Call” risultano apprezzabili per il modo in cui sfruttano i cambi di tempo, con la seconda decisamente sfaccettata e meglio elaborata, “To Know Infinity” invece è costretta a difendersi tramite una composizione elementare che non dispiace, evidenziando però dei limiti che non appartengono a “Sentient Shackles”, nella quale è stata innestata una lieve forma progressiva ad accrescerne il potenziale. Rimandi ai grandi dell’heavy quali Judas Priest e Maiden sono udibili nel sound, così come in alcuni momenti la voce sembra avvicinarsi a quella di Cronos, senza però mai diventare acida e graffiante come quella del leader dei Venom.

Pur rimanendo profondamente ancorati al metallo di stampo inglese, i Deceptor dunque cercano di scuotere le acque. Certamente la produzione approssimativa non gioca a loro favore, tuttavia Chains Of Delusion è l’ennesima riprova che il materiale sul quale poter continuare la propria crescita c’è. In attesa che la band ne dia conferma attraverso un’esposizione musicale di durata maggiore (sì, signori, ci vuole un album), vi consiglio di ascoltare l’ep e inserirli nella lista dei nomi da rivedere in futuro. Per ora la promozione se la sono guadagnata sulla fiducia.