Dèhà - Decadanse | Aristocrazia Webzine

DÉHÀ – Decadanse

Gruppo: Déhà
Titolo: Decadanse
Anno: 2022
Provenienza: Belgio
Etichetta: Les Acteurs De L’Ombre Productions
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TRACKLIST

  1. The Devil’s Science
  2. I Am The Dead
DURATA: 45:15

A meno di aggiunte dell’ultimo minuto, il 2022 è stato un anno mediamente impegnativo, per il buon Déhà. Solo con il suo progetto omonimo ha dato alle stampe cinque dischi, tra opere registrate in autonomia e collaborazioni: una cifra non imponente come altre viste in passato, ma ugualmente e inequivocabilmente importante. Uscito in primavera, Decadanse è il primo lavoro del belga a portare il marchio di garanzia della transalpina Les Acteurs De L’Ombre Productions: un traguardo importante per un progetto camaleontico e cangiante come quello in questione, che ha pubblicato tanto sia autoproducendosi (come nel caso di Ave Maria II) che sotto l’egida di etichette.

E proprio guardando ad Ave Maria II avevo pensato di approcciarmi a Decadanse aspettandomi qualcosa di vagamente simile — benché conscio della quasi totale impossibilità che possa esistere qualcosa di paragonabile a quel gioiellino — ma le similitudini si contano sulle dita di una mano. Un minutaggio considerevole (quarantacinque minuti) spalmato su due tracce, una copertina stregata (in questo caso opera di Oana Popescu) e tutto, dall’esecuzione alle registrazioni, al mixaggio e quant’altro, nelle mani del solo signor Déhà. Da qui in poi, la strada alla scoperta del disco diverge dal percorso seguito dal sacrosanto Ave Maria II, nel bene e nel male.

Faccio subito mea culpa e confesso: quando ho letto Decadanse ho pensato a quello schifo pubblicato anni fa da un seriamente decadente J-Ax. Per mia fortuna, l’ultimo (hah!) album di Déhà non ha assolutamente niente da spartire con quella ciofeca lì. L’opera si apre con “The Devil’s Science”, traccia dal titolo quanto mai emblematico, visto il contenuto del disco. Le movenze sono lente, i riverberi grossi, i ritorni cavernosi: parrebbe quasi di trovarsi davanti a un monolitico esempio di death-doom a tratti atmosferico, ma il quid tipico di Déhà non ci mette molto a palesarsi. C’è molta, veramente molta elettronica in Decadanse e lo si nota già dagli inizi dell’ascolto. Sulle prime ti potrebbe venire da pensare «Ma no, è dark ambient» e in parte avresti ragione, ma di lì a poco noteresti, probabilmente con la stessa sorpresa che ha raggiunto me, che sono diversi i synth che rimpolpano e ingigantiscono il muro di suono del belga, così come gli stessi suoni della batteria sono colorati di elettronica.

A “The Devil’s Science”, che in una ventina di minuti e spiccioli descrive un viaggio a tratti più e a tratti meno movimentato giù per le caverne più nere degli abissi infernali, segue giustamente “I Am The Dead”, altra traccia dal titolo emblematico. Qui la ritmica si fa ancora più dilatata, le stratificazioni più complesse, con chitarre-droni che sorvolano gli arpeggi funebri delle altre sei corde sostenuti dalle note di colore di un basso piacevolmente caldo. Tutto auspicabile, durante l’ascolto, quindi perché non tirare una palla curva all’ascoltatore infilando intorno all’ottavo minuto una sezione à la Anaal Nathrakh con blast, riff in tremolo e distorsioni industriali? E perché, a questo punto, non proseguire scendendo ancora più in profondità nella tana del Bianconiglio dell’industrial a tinte black? Ti amo e ti odio, Déhà: ti amo e ti odio, maledetto.

Decadanse, come tutto quello che fa Déhà, non è per tutti. Il disco prodotto da LADLO è un ottimo esempio di quanto il belga sia capace e voglia spaziare da un genere all’altro senza freni, filtri o remore. Consigliato ai fan del death-doom sepolcrale, dei rave techno e dei trip a base di allucinogeni. Fortemente sconsigliato ai puristi di qualsiasi ordine e classe, lo chiamerebbero decadente convinti di offenderlo o sminuirlo, senza rendersi conto che la decadenza messa in mostra qui è oro colato.