DEMONIC DEATH JUDGE – Skygods
Gruppo: | Demonic Death Judge |
Titolo: | Skygods |
Anno: | 2012 |
Provenienza: | Finlandia |
Etichetta: | Inverse Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 47:28 |
I Demonic Death Judge sono diventati una presenza abituale nella 'zine. I finnici sono infatti nostri ospiti per la terza volta e l'occasione gradita è l'uscita del secondo disco intitolato "Skygods" che, come già avvenuto per il suo predecessore "The Descent", vede il supporto dell'etichetta connazionale Inverse Records.
Il nuovo lavoro è a metà fra una fase di transizione, si notano in più circostanze alcuni sapori rock e una forma psichedelica desertica maggiormente esposte all'orecchio, e una di totale assorbimento delle lezioni ricevute dal passato. In questo caso dovreste essere in possesso della confidenza adeguata per trovarvi a vostro agio con le sezioni più fangose e viscose dell'album. L'immaginario racchiuso in "Skygods" tende a ricondurre ai Black Sabbath quanto agli Iron Monkey, ai Kyuss quanto agli Electric Wizard, ai Saint Vitus quanto agli EyeHateGod, ognuno con il proprio spazio, però ora più che in passato inizia a mostrare segni caratteristici distintivi della band.
La band sembra aver apportato una fluidità alla proposta molto più prolifica e inquadrata, tesa a fornire l'equilibrio adatto allo sviluppo della psichedelia acida e dello stoner-sludge-doom metal in maniera che ciascun elemento riesca a convivere, cibandosi l'uno dell'altro. La riuscita di questo aspetto, così evidente nell'apertura, in "Salomontaari" e "Knee High", ha permesso di acquistare una sicurezza tale da manifestare una visione generale del sound leggermente più istintiva. Vi accorgerete ad esempio della crescente voglia di dare via libera agli assoli, del galleggiamento melodico estasiante dal valore significativo ma non corrosivo per la struttura della rocciossa "Aqua Hiatus", del sussurrare inatteso insito in "Cyberprick" e della capacità di sprofondare per poi rotolare in maniera costante dell'accoppiata basso e chitarra ricca di fascino in "Nemesis". L'estesa "Pilgrimage" porrà invece la parola fine con i suoi dieci minuti, fra atmosfere liquide e riff densi e magmatici. I Demonic Death Judge sono tutto questo oggi, questo è il contenuto di "Skygods".
I ragazzi non sono a una vera e propria svolta, si stanno assestando e nel frattempo puntellano il suono, tentando quantomeno di fuoriuscire da una ragnatela compositiva che rimanda inevitabilmente a band di caratura stellare e quindi ben più note. A piccoli passi, pare che vi stiano riuscendo e "Skygods" è considerabile come un buonissimo album del genere. Tra le altre cose, ancora una volta la produzione è di buonissima fattura e sostiene alla grande l'operato del gruppo.
Per chiudere, come fatto e detto in passato, il mio supporto a questa realtà non verrà a mancare neanche stavolta, lo confermo e consiglio anche a voi di godervi la sua musica.