DEMONIC OBEDIENCE – Fatalistic Uprisal Of Abhorrent Creation
I Demonic Obedience sono qui per dimostrarci che una band tutto sommato derivativa, che non ha né più né meno possibilità dei propri colleghi di essere scoperta da un eventuale ascoltatore, può essere in grado di creare dischi sopra la media.
Voglio essere schietto: a me piacciono i Demonic Obedience. Già Nocturnal Hymns To The Fallen, con tutti i difetti che poteva avere, è stato capace di stregarmi con la sua oscurità sin dal primo ascolto. Ora Fatalistic Uprisal Of Abhorrent Creation ci consegna una band rinnovata: innanzitutto nella formazione, dato che George Ntavelas, unico esecutore della musica dell’album precedente, stavolta è affiancato da altri due musicisti, Kruxator alla voce e Mark Stormwhipper al basso.
Qualche piccola novità è presente nella musica, che non si distacca di certo dall’empio death metal venato di black proposto fino ad ora, ma sembra lasciare spazio a nuove influenze stilistiche prossime agli Incantation e agli ultimi lavori dei Drawn And Quartered; spesso arrivando ad aggiungere rallentamenti che lambiscono il doom e qualche atmosfera soffocante da alternare all’approccio frontale tanto caro alla band. Anche in termini di produzione è stato compiuto un deciso salto avanti: i suoni non sono ancora perfetti, ma genuini, cattivi e diretti.
Il punto di forza dei Demonic Obedience sono i riff: ogni brano ne possiede almeno uno o due che risultano memorabili. “Outbreak” ne è un chiaro esempio e questa caratteristica è ciò che spinge a rimettere nel lettore il disco più e più volte.
Nel complesso, Fatalistic Uprisal Of Abhorrent Creation è un album che sa essere accattivante, tuttavia ciò non intacca la vera natura estrema della band, che procede senza tentennamenti nella propria opera di distruzione. I Demonic Obedience hanno pensato al fruitore che nel death metal cerca irriverenza sacrilega, creata tramite una formula dall’impatto forte e deciso. Il gruppo non perde mai l’occasione per ferire e nessun colpo viene sprecato.