DEMONOMANCY – Throne Of Demonic Proselytism | Aristocrazia Webzine

DEMONOMANCY – Throne Of Demonic Proselytism

 
Gruppo: Demonomancy
Titolo: Throne Of Demonic Proselytism
Anno: 2013
Provenienza: Italia
Etichetta: Nuclear War Now! Productions
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TRACKLIST

  1. Heptagram Prayer – Consecrated In Darkness
  2. Baptism Of Serpents Conceived In Martyrdom
  3. Impious Revelation (Bestiality Prevails)
  4. Throne Of Demonic Proselytism
  5. At The Great Gates To Black Doom
  6. Demonomantic Spiritual Dimension
  7. Feast Of Blood – The Obscurity Mass
DURATA: 38:31
 

Il marchio laziale DOC Demonomancy colpisce ancora e con stile: l'acquirente avrà il piacere di tenere fra le mani un vinile da collezione in formato gatefold con tanto di poster e un libretto. È risaputo che la bellezza di una ragazza si vede il mattino dopo, senza trucco e dunque posiamo la puntina nel solco per approfondire il lato musicale.

Innovazione e Black-Death sono termini antipodali. L'ago della bilancia si muove secondo le ambizioni dei musicisti e la loro volontà di imprimere un'impronta personale alle composizioni. I Demonomancy ci provano con "Throne Of Demonic Proselytism", di cui eseguono in modo fluido i pezzi ora grevi e striscianti come la lava dell'Etna o rapidi come una colata piroclastica. L'insieme è valorizzato da una produzione rispettosa del genere suonato e veste una copertina firmata dall'artista polacco Zbigniew M. Bielak. Il disco chiede all'ascoltatore di essere posato sul piatto più volte per scoprirne tutti i dettagli, come il variegato impegno della batteria o rare finezze nel resto della ritmica.

Tutto ciò rende comunque arduo ignorare una certa monotonia, soprattutto se ci si ricorda dell'EP "Rites of Barbaric Demons", stilisticamente in bilico fra le vecchie scuole americane ed europee. "Throne Of Demonic Proselytism" offre momenti positivi grazie all'alternarsi, già lodato in passato, di ritmi veloci e altri molto lenti. Se il gruppo avesse avuto l'ambizione di fornire un prodotto di qualità, ci è riuscito. Nonostante una gratificante "Feast Of Blood", fatico però a carpire la volontà di imprimere l'impronta personale. Il risultato globale mi rammenta un surrogato di formazioni recenti come i Proclamation.

Questo disco è solido e merita un riconoscimento per avere partecipato alla campagna bellica. Per assegnare una medaglia al valore invece dovremo attendere.