DESERT WIZARDS – Desert Wizards
Gruppo: | Desert Wizards |
Titolo: | Desert Wizards |
Anno: | 2011 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Black Widow Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 52:38 |
I Desert Wizards sono una formazione romagnola nata nel 2007 per volere di musicisti appassionati della scena hard rock psichedelica anni Settanta. La formazione composta da Mambo (voce, basso, chitarra ritmica), Gito (chitarra ritmica, solistica, acustica e sintetizzatori), Anna (organo, sintetizzatori, piano, voce e cori) e Dallas (batteria), dopo aver realizzato un demo di cinque tracce nel 2008, ha pubblicato questo debutto in forma autoprodotta, ripubblicato con una nuova veste grafica e una scaletta che si presenta diversa all'originale (in quanto priva della traccia "Pilot The Dune") grazie all'accordo stretto con la Black Widow Records.
La prestazione dei Desert Wizards è matura e atmosfericamente intrigante, le nove tracce racchiudono in sè la passionalità di gruppi quali Led Zeppelin e Doors (l'organo li ricorda molto in più di un'occasione), affondando nel clima sognante di gente come i Black Sabbath di "Planet Caravan" e invitandovi inoltre a partecipare a trip fantastici come fanno oggi i Colour Haze e gli eleganti Hypnos 69, figli legittimi — come il quartetto italiano del resto — di Pink Floyd e Hawkwind.
Solo questa premessa basterebbe a far venire l'acquolina in bocca a un ascoltatore legato a tali sonorità. Il modus operandi utilizzato per modellare le canzoni fa sì che le luci siano per lo più soffuse, intime, un abbraccio caldo e avvolgente perpetuato per l'intera durata del lavoro che ci conduce attraverso un'esperienza sensoriale acutissima che annulla la percezione di spazio e tempo. L'atmosfera fluttuante asseconda i flussi più accesi ("Pulsar"), alternati a movenze più rinfrescanti in stile brezza marina, proiettandoci al di fuori del mondo sin lì conosciuto e sicuro.
La musica echeggia e si fissa in testa attraveso la scaletta, facendo scorrere via via "Apocalipse Begins", "Funeral Smoke", "The Lisergic Show", "Woman In White", fino alla doppietta conclusiva formata da "Waiting For The Sun" (titolo che più Doors non poteva essere) e "Last Call To Saturn" senza che ci sia preavviso alcuno. Distrazione? Incanto? Probabilmente solo sensi assuefatti da una droga totalmente priva di effetti collaterali, ma che una volta assorbita procura una dipendenza da cui è difficile sottrarsi: il sound psych può divenirlo, credetemi!
Accompagnati dal gioco di voci che si sovrappongono e si presentano solitarie, rinforzando il sentore melancolico (belle davvero le brevi apparizioni di Anna) che s'intreccia alla natura delicatamente ribelle del disco, state forse per ricominciare ancora una volta l'ascolto? Allora siete stati sedotti dal suono retrò interpretato con gusto e personalità dai Desert Wizards, autori di una splendida prova rock, una di quelle a cui il tasto play chiede pietà dopo l'innumerevole quantità di volte che è stato pigiato con violento piacere. E io sarò costretto a farlo soffrire ancora un po'… Splendido.