DETRIMENTUM – Inhuman Disgrace
Gruppo: | Detrimentum |
Titolo: | Inhuman Disgrace |
Anno: | 2011 |
Provenienza: | Inghilterra |
Etichetta: | Deepsend Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 44:13 |
Gli inglesi Detrimentum tornano in pista con il secondo album "Inhuman Disgrace" e si nota come ci sia stata una svolta compositiva netta, si è infatti passati dall'efferata brutalità del debutto "Embracing This Deformity" a un suono in alcuni fraseggi più cervellotico, malevolo e soprattutto marciante, in tal senso nomi come Morbid Angel, Bolt Thrower e Gorguts giungono in mio soccorso, anche se la componente musicale odierna caratterizzata dall'uso pulito delle chitarre avvicina il trio a realtà quali i francesi Gorod.
Abbiamo a che fare con un disco di Death Metal che sprigiona più sensazioni, prendete a esempio "Pestilence Shared With The Worms" e incrocerete una scura e maligna presenza valorizzata dal drumming devastante di Steve Powell (batterista live degli Anaal Nathrakh). Fatevi poi trascinare da "Ascension", un misto fra progressione sonora e caos, due anime che si fondono per concepire un brano violentemente maniacale seguito dalla mirabolante aggressione dai tratti melodici e dall'ossessiva solistica contenuta in "Effigies Of The Silent Kings".
Siamo giunti a metà scaletta e ci hanno già fornito prova che l'evoluzione ha portato i suoi frutti fornendo loro una dimensione più interessante e varia di quella proposta in passato. Le mazzate si susseguono una dietro l'altra, prima "In The Shadow Of The Silent Kings" poi "The Journeyman's Lament", il riffato inanellato con mestiere e bravura dalle asce Paul Wilkinson e Jonathan Butlin, quest'ultimo feroce nello scagliarsi vocalmente sui pezzi, mantiene tonalità spesso cupe e segnate da strati di virulento odio, in più occasioni sembra che venature blackish vengano impiantate come a voler rafforzare tale presenza emotiva.
La decadenza abbracciata dalla fase iniziale di "Dominus Detrimentum" cela una traccia particolarmente dinamica e che fra assalti al fulmicotone e aperture dense ed evocative scaglia il proprio iracondo essere riservandosi anche una sequenza di passaggi thrashati ben aggregati al contesto. Con "Mine Is The Glory (Wretched Release)" i tre quarti d'ora di "Inhuman Disgrace" si concludono e son volati letteralmente via.
Come definire i Detrimentum di adesso? Technical Death? Technical Death-Black? Onestamente non me ne frega davvero nulla, il risultato è ciò che conta e con questo secondo capitolo i britannici si sono conquistati un posto nel mio stereo, è questo ciò che conta. Consigliato in primis a chi non ama esclusivamente il filone più classico e conservatore del genere, "Inhuman Disgrace" è un ibrido che comunque potrebbe riscuotere consensi anche fra i conservatori, non escludete quindi un ascolto simile a priori, siate disponibili e ne verrete ricompensati.