DIATHRA – My Endless Sorrow | Aristocrazia Webzine

DIATHRA – My Endless Sorrow

 
Gruppo: Diathra
Titolo:  My Endless Sorrow
Anno: 2008
Provenienza:  Bielorussia
Etichetta: Stygian Crypt Productions
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TRACKLIST

  1. Autumn
  2. How Many Times
  3. Dreams Of Fire
  4. My Autumnal Images
  5. I Feel…
  6. Mysterious Season
  7. I Am Sorry
  8. My Universe
  9. The Light Of The Diamond Theatre
  10. Willow 
DURATA: 49:07
 

La zona dell'ex blocco Sovietico, il doom e le sue varie sfaccettature (siano esse funeral, gothic o death) sembrano avere un legame solido quanto prolifico. In questi ultimi anni il proliferare delle varie scene nazionali — seppur con alti e bassi — ha regalato non poche realtà e dischi di pregevole fattura. I Diathra si collocano all'interno di questo mondo di note e noi ve li presentiamo attraverso il loro secondo album "My Endless Sorrow", partorito a sei anni di distanza dal debutto "Wistful Autumn Dance".

I brani sono scarni, essenziali e sfruttano perlopiù la bella e delicata voce di Marina Volovik, che va a poggiarsi su di un riffato danzante tra richiami hard rock e quel gothic di stampo malinconico che le note del piano — spesso utilizzato per accentuarlo — abbelliscono. I fraseggi corposi sono uniti a una leggerezza frivola talmente fruibile da essere degna della ribalta commerciale, rimanendo tuttavia quasi sempre gradevole all'orecchio, e personalmente non escludo il fatto che se i bielorussi avessero avuto la possibilità di far girare "How Many Times" sul circuito di MTV — come avvenne per i nostrani Lacuna Coil quando ancora avevano una parvenza di band decente e legata al mondo metal — avrebbero potuto dire la loro. Il disco comunque vanta anche la presenza di brevi parti cariche di adrenalina, come la divagazione strumentale che prende piede nella fase centrale di "My Autumnal Images", che danno una spinta alla vistosa normalità che lo avvolge.

I Diathra si concentrano sull'essenziale: atmosfere leggermente dolciastre e un animo di stampo rock la fanno da padrone, lo dimostrano la vibrante "Mysterious Season" dall'incedere incalzante e la buona e più metallica "The Light Of The Diamond Theatre", mentre "My Universe" o "Dreams Of Fire" si fanno apprezzare non poco per la prestazione complessiva, all'interno della quale si sarebbe forse potuto evitare l'utilizzo della voce in growl soffocato, dato che non s'incastra poi così bene nel contesto generale.

"Endless Sorrow" è un album che mette in mostra un materiale posto al bivio fra una maturità capace di acchiappare al volo l'ascoltatore e il déjà vu continuo. Al gruppo non mancano le qualità per far bene, dovrebbe però provare ad aprirsi una strada che sia il più possibile personale o quantomeno alternativa a quelle già battute e ribattute. Riparta quindi dall'armonia e dalla genuinità del pezzo stella di questo "Endless Sorrow" ("How Many Times") e ne tragga le conclusioni d'ispirazione per la loro prossima esplorazione musicale.