DISTILLING PAIN – The Silent Collapse
Gruppo: | Distilling Pain |
Titolo: | The Silent Collapse |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Spagna |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 39:25 |
Un paio di settimane fa vi avevo raccontato di "Irrational Statements", album di debutto del gruppo galiziano Distilling Pain, ora è arrivato il momento di scrivere del suo successore intitolato "The Silent Collapse". Quattro anni separano le due uscite, quattro anni che non hanno visto stravolgimenti sostanziali all'interno della formazione, con l'unico cambio avvenuto nel ruolo di bassista passato da Eduardo Cadenas a Quinti, ma nei quali hanno sicuramente lavorato bene per ciò che riguarda la crescita del progetto.
Gli spagnoli hanno definito il suono e hanno deciso quale fosse la strada da intraprendere, mettendo di lato la componente più nera che vedeva trapelare le influenze dei Dissection a favore di un organismo il cui D.N.A. è adesso votato al death metal melodico. Lo stampo resta sempre quello scandinavo e in particolare della scena di Göteborg, tuttavia stavolta oltre agli In Flames più rapidi e ai Dark Tranquillity si vanno ad aggiungere i nomi di At The Gates ed Eucharist, inoltre in svariati momenti alcune soluzioni riportano alla mente la matrice di Schuldiner. Lo spirito che contrassegna a fuoco la prestazione è quindi classicamente riconducibile agli anni Novanta e non sarà difficile intuirlo già dalle battute introduttive di "My Buried Kingdom", mentre diverrà alquanto evidente nel terzetto di canzoni composto da "Where My Last Hope Is Lying", "The Silent Collapse" e "Gears Of Indoctriantion". Queste tracce forniscono in maniera esplicativa una chiara visione dell'abilità dei Distilling Pain nel coniugare violenza, melodia e istinto progressivo, nutrendosi degli insegnamenti degli artisti citati in precedenza.
Ciò che rende piacevole e allo stesso tempo interessante l'ascolto è la visione d'insieme ottenuta dal gruppo, tant'è che "The Silent Collapse" risulta essere in toto una versione migliorata e focalizzata nell'intento di "Irrational Statements", iniziando dalla stesura e dall'esecuzione dei brani che ancora una volta confermano sia la buona qualità del riffato esposto dai chitarristi Alberto "Tuco" Veiga e Xabi Alonso (stranamente meno presenti in campo solistico rispetto all'esordio) sia il convincente cantato growl-scream di Yova Turnes. L'unico neo è rappresentato da Carlos Pensado dietro le pelli, il cui dinamismo a tratti un po' troppo dirompente nell'uso del blastato porta a far scemare l'atmosfera e l'espressività
La produzione è invece l'aspetto che odiernamente pare sia stato maggiormente curato: confrontata con quella di "Irrational Statementes", sia la pulizia che l'accessibilità dei suoni sono migliori e lo potrete notare soprattutto nel lavoro svolto dal basso di Quinti, frequentemente messo in bella vista. La pregevole veste grafica dal canto suo, nuovamente ispirata alle opere dell'artista compostelano Javier Ávila, completa il tutto.
I Distilling Pain stanno crescendo, il cantiere è decisamente in corso, le idee sono tante, ma ciò che hanno ottenuto con "The Silent Collapse" è catalogabile come un passo compiuto nella direzione giusta, quella che conduce alla maturità. Maturità che se affrontata con convinzione potrebbe instillare — o quantomeno far apparire in brevi circostanze — un'identità propria. Questi spagnoli si meritano un po' d'attenzione e noi siamo qui per dargliela.