DODENKROCHT – The Dying All
I Dodenkrocht sono un nome ben radicato nell’underground olandese, avendo una storia che inizia nell’ormai lontano 2004 e una carriera che negli anni Dieci ha visto la pubblicazione di ben tre album in studio, un live, un EP e una compilation. The Dying All, prima collaborazione tra il quintetto di Leida e la svizzera Auric Records, segna l’ingresso dei nostri negli anni Venti con un album piuttosto corposo, che arriva a quattro anni di distanza dal precedente Flesh Tones.
La proposta dei Dodenkrocht è piuttosto canonica: un black metal in tempi medi che spesso sfora nei downtempo molto quadrato e compatto, mai forsennato e sempre abbastanza compassato. Forse un po’ troppo compassato, perché il lavoro svolto dagli olandesi infatti è preciso e rifinito, ma manca purtroppo di qualsiasi guizzo. È paradigmatico in questo senso il quarto pezzo, “And The Abyss Was Silent”, che dura dieci minuti secchi e in cui succede… davvero poco. In generale tutto l’album si destreggia tra un riff e l’altro, andando spesso a flirtare con soluzioni tendenti al depressive black metal, tra riff circolari ripetuti all’inverosimile e tempi di frequente molto dilatati, ma non riesce mai a essere davvero incisivo.
Peccato, perché Auric nell’ultimo periodo si è fatta notare per due ottime uscite, i Nauthik e i nostrani Fordomth, ma il nuovo album degli olandesi è un po’ troppo generico per poter essere definito interessante. I Dodenkrocht cercano di rallentare troppo spesso, e nei passaggi più minimali, quelli di sola chitarra, o nei momenti più diluiti, in cui il freno è tirato al massimo, finiscono per non avere delle reali cose da dire. E non basta qualche cavalcata tra un rallentamento e l’altro e dei testi di discreta fattura per salvarsi in corner.
Poche idee, per quanto ben vestite, rimangono poche, e costruirci un’ora di musica attorno non è un’impresa facile per nessuno, evidentemente nemmeno per i Dodenkrocht. Per ritagliarsi uno spazio in un panorama affollato come quello del metal estremo in epoca digitale bisognerà rischiare di più.