DRUKNROLL – Boiling Point | Aristocrazia Webzine

DRUKNROLL – Boiling Point

 
Gruppo: Druknroll
Titolo: Boiling Point
Anno: 2014
Provenienza: Russia
Etichetta: Metal Scrap Records
Contatti:

non disponibili

 
TRACKLIST

  1. Rage
  2. My Star
  3. Samurai
  4. In The Power Of Depth
  5. Defence Of Sevastopol
  6. White Death
  7. Tenth Ninght
  8. Playing With Fire
  9. Sea God
  10. Saturation
DURATA: 50:29
 

Quando leggo che una band è etichettata con il termine «modern metal» mi viene male: che cosa vuol dire metal moderno? Conoscevo già i russi Druknroll, avendo recensito "On The Knife Blade", ma di certo non li avrei mai descritti come un connubio di Children Of Bodom, Soilwork, In Flames, Mercenary, Degradead, Dark Tranquillity e Svartstorm, dato che per ciò che ascoltai a quel tempo sembravano più una commistione di heavy e thrash sporcata da trovate orecchiabili spesso discutibili.

Tralasciando i preconcetti e i forti dubbi di partenza, il terzo lavoro della band intitolato "Boiling Point" è — com'era del resto presumibile — una combinazione heavy-thrash stavolta dai tratti prog che, di episodio in episodio, risulta essere in certi momenti prestante e solida (prendo in considerazione tracce come "Rage" e "Defence Of Sevastopol"), in altri frangenti venata da finiture horror ("White Death"), mentre in altri ancora concede spazio alla melodia e alla parte più melensa del suono (come nella forse fin troppo fruibile "My Star").

Il primo grosso problema di "Boiling Point" è la sensazione che — come avvenuto nel precedente lavoro — sia troppo incentrato su uno schema compositivo monotono, un riciclo continuo di alternanze fra le fasi metalliche più dure e quelle più rilassate. All'interno di questo poco gradito modo di operare spiccano esclusivamente il lavoro svolto da Alex Knip, chitarrista solista e autore delle escursioni orchestrali ed elettroniche, e l'impostazione atmosferica per lo più scura nei toni.

Il secondo riguarda invece la prestazione del cantante Horror, eseguita in lingua madre a eccezione della sola "Saturation": se da un lato adesso pare essere quasi convincente quando non forza, dall'altro non pare proprio si possa definire tale nei frangenti in cui spinge in growl. In più di una circostanza la sua prova perde aderenza sul pezzo e mi ha fatto storcere parecchio il naso in "Saturation", mentre in "White Death" sarebbe stata francamente evitabile, oppure si appiattisce eccessivamente.

I Druknroll saranno anche tecnicamente preparati, avranno pure delle buone idee, ma devono svilupparle in maniera tale che non collassino su se stesse. Al momento questo "Boiling Point" rappresenta un'ulteriore riprova che il ruolo di compagnia estemporanea è quello a loro più adatto. Il lavoro sarà anche ascoltabile, tuttavia neanche lontanamente considerabile necessario, in pratica un acquisto del quale si potrà tranquillamente fare a meno.