DYSANGELIUM – Holykaust
Gruppo: | Dysangelium |
Titolo: | Holykaust |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Repubblica Ceca |
Etichetta: | Gothoom Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 48:00 |
Legnate, legnate, solo elementari legnate! Sul finire del 2014 tornano in scena i cechi Dysangelium, che dopo aver esordito due anni fa con l'autoprodotto "Maniachrist" ora spiattellano nove nuovi pezzi, che vanno a comporre il secondo disco intitolato "Holykaust". Le parole d'ordine che guidano il gruppo est-europeo sono due: death metal e anni Novanta.
La proposta è saldamente ancorata a quanto noto agli amanti delle produzioni espresse in quel periodo e sono facilmente riscontrabili le molteplici influenze di realtà famosissime quali a esempio Deicide, Cannibal Corpse, Obituary, Incantation e gli storici conterranei Krabathor, anche se la lista di nomi come al solito potrebbe essere ben più lunga. Su queste basi vengono modellati quasi cinquanta minuti di bastonate malsane e discretamente intarsiate da scelte melodiche nel lavoro di chitarra; intarsio presente sia in chiave ritmica che in ambito di divagazione solistica. La scaletta è granitica, non contiene passi falsi né canzoni eccelse, è un monolite che avanza con passo deciso e serrato. Quando la band decide di alzare i ritmi regala le botte migliori ("Necrocult" e "Oblivion"), tuttavia anche le situazioni in cui si palesano varianti thrash ("Necrocult") o l'atmosfera diviene oscura e retrò garantiscono un buon supporto. Non sono comunque da disprezzare nemmeno i brani che permettono di scuotere animatamente la testa quali "Inferno", "Freedom", "Holykaust" e "Dystopia".
La prestazione strumentale è tutto sommato convincente: Vihar (Klan) e Dedek alle sei corde gestiscono bene le soluzioni legate alla scena dei '90; l'assetto ritmico impostato dal bassista Oták e dal batterista Ctibor (Sabathory) si pone in linea con l'operato chitarristico, con quest'ultimo pronto a sorreggerlo con il dovuto dinamismo e una più che discreta robustezza; infine la prova del cantante Nekro (Zordon) è riconducibile in varie circostanze per il tipo di voce e il modo di porsi sulle basi a quelle di colleghi ben più conosciuti, a voi indovinare chi siano tali personaggi.
In conclusione, "Holykaust" è la classica uscita che una volta inserita nel lettore non vi farà sprecare il tempo speso in sua compagnia, nonostante la produzione conferitale possa rivelarsi un aspetto sul quale discutere: se da un lato infatti fa sì che la strumentazione sia decisamente intellegibile come dimostrato dalla resa e dall'evidenza del basso, dall'altro la scelta del suono affibbiato alla batteria non è del tutto invitante. In fin dei conti però è meglio non farsi troppe paranoie e prendere i Dysangelium per ciò che sono: manovalanza death metal. Se ciò vi dovesse bastare, non mi rimane che augurarvi un buon ascolto.