DYSYLUMN – Conceptarium | Aristocrazia Webzine

DYSYLUMN – Conceptarium

 
Gruppo: Dysylumn
Titolo: Conceptarium
Anno: 2015
Provenienza: Francia
Etichetta: Autoprodotto
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TRACKLIST

  1. Vide Spatial
  2. Cauchemar
  3. Esclave Céleste
  4. Conceptarium Pt. I (2015)
  5. Conceptarium Pt. II (2015)
  6. Agonie
  7. Réveil
  8. Voyage Astral
  9. Nébuleuse
DURATA: 39:49
 

Francesi, debuttanti e autoprodottisi in cento sole copie (di cui ormai poche rimaste ancora disponibili, giustamente), i Dysylumn sono bravi. Il duo composto da Camille Olivier Faure-Brac (batteria) e Sébastien Besson (voce, basso e chitarra) nasce nel non più vicinissimo 2010 come costola degli Antropofago, formazione brutal death metal di cui all'epoca Besson faceva parte. Questi decide di sfogare una propria urgenza creativa nata dalla scomparsa di una persona cara in un nuovo progetto, dedicando all'amico mancato tutto il materiale originariamente composto; nel 2013, però, i Dysylumn assumono una forma più completa con la pubblicazione di un primo ep bitraccia, mentre qualche settimana fa, finalmente, il vero e proprio esordio.

"Conceptarium" è un disco denso, cupo e molto pesante: al suo interno navigano tanto black quanto death metal, il tutto tenuto insieme da cambi di tempo e variazioni progressive che ricordano da vicino gli Edge Of Sanity di "Purgatory Afterglow" e il Dan Swanö più oscuro. Ancora, pur non sfociando mai in dimostrazioni tecniche fini a loro stesse, l'approccio del duo di Lione può ricordare a tratti quello degli Obscura, soprattutto in relazione all'immaginario e ai continui rimandi allo spazio profondo, tema tanto caro alla formazione tedesca. Questo immaginario però viene sviluppato da Faure-Brac e Besson con tempi moderati, che raramente si concludono in blast beat o feroci cavalcate, preferendo un'andatura quasi compassata, ma con suoni molto moderni, tanto che nei passaggi dove la chitarra è maggiormente in primo piano non è improprio andare a scomodare un paragone tutto transalpino come i Gojira. Quello dei Dysylumn, insomma, oltre che debitore dei soliti noti scandinavi, è anche un sound fortemente continentale e figlio degli anni Zero, ed è proprio questa mole di riferimenti, questa convivenza tra classico e contemporaneo, a rendere "Conceptarium" così denso e affascinante, oltre che dannatamente corposo per i suoi quaranta minuti scarsi.

Manca la possibilità di approfondire i testi, poiché il gruppo ha deciso di non pubblicarli, tuttavia come spesso accade i titoli stessi sono sufficienti per farsi un'idea abbastanza approfondita di come il cosmo, una volta di più, sia fonte di grande ispirazione per il regno metallaro (discorso affrontato recentissimamente anche parlando dei Mesarthim): brani come "Nébuleuse", "Voyage Astral" o "Vide Spatial" fanno il paio con la carismatica illustrazione di copertina.

Un altro debutto di fascino indiscutibile, che per ora non ha trovato casa se non per un'edizione in cassetta su Caligari. Chissà che non ci sia qualcuno là fuori, magari proprio Avantgarde o I, Voidhanger, interessato a dare una degna veste a un disco che non farebbe fatica a trovare accoliti.