EARTH AND PILLARS – Earth II
Gruppo: | Earth And Pillars |
Titolo: | Earth II |
Anno: | 2019 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Avantgarde Music |
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TRACKLIST
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DURATA: | 1:00:27 |
Dire che l’attesa e la curiosità per il nuovo capitolo discografico degli Earth And Pillars fossero elevate sarebbe un eufemismo, visti l’impatto e la caratura dei primi due macigni, pubblicati rispettivamente nel 2014 e nel 2016. Sempre sotto l’attenta egida di Avantgarde Music, l’uscita fisica di Earth II è stata funestata da ritardi tecnici, mentre già da qualche mese abbiamo potuto goderne in formato digitale.
Ci eravamo lasciati quattro anni fa con l’escursione in territori ambient di Towards The Pillars, con un pensiero finale su un ipotetico cambio di direzione di Z e soci. Fin dalle prime note di “Becoming” si capisce immediatamente che non è questo il caso. Seguendo il fil rouge che ha legato i primi due album, Earth II continua a giocare sul contrasto tra mutevole e immutevole, tra ciò che è destinato a sbiadire nel tempo e ciò che invece rappresenta un punto fermo. Così come nel primaverile Earth I il tema principale era il continuo divenire dell’acqua, un elemento altrettanto variabile è protagonista di quest’ultimo lavoro: l’aria, o meglio il vento. Il disco assume tratti autunnali nei suoni e nei colori della sempre evocativa copertina, analogamente anche la struttura musicale mostra una certa continuità, con quattro brani che non scendono mai al di sotto dei dieci minuti di durata.
Gli elementi in comune col passato, però, finiscono qui. La componente che ha caratterizzato il primo ciclo creativo degli Earth And Pillars e un po’ tutto il filone cascadico, l’impenetrabile muro di suono delle chitarre, assume un ruolo di secondo piano in Earth II, lasciando spazio a un approccio parecchio diverso nella sostanza, pur essendo facilmente riconducibile ai Nostri. Ciascun brano incorpora in una qualche maniera arpeggi di chitarra classica, che vanno spesso a intrecciarsi con i veri protagonisti dell’opera, i sintetizzatori: su di essi si ergono atmosfere maestose, con picchi veramente degni di nota come la conclusiva “Howling”, che permeano in toto questi sessanta minuti di musica. Un connubio perfetto con quella che è la stagione più malinconica in assoluto: l’autunno, che espone inesorabilmente ai nostri occhi la caducità della natura. Il rosso e il cadere delle foglie, che si sostituiscono al verde e alla vita, vengono narrati con un linguaggio delicato, d’altri tempi, un contrasto con il growl di Z che dona un fascino peculiare al tutto.
L’obiettiva ripetitività, tipica del black atmosferico, costituisce in realtà un punto di forza e il tutto trae enorme giovamento da quella che è la ciliegina sulla torta: nell’album di debutto le parti di batteria erano state composte da una mente umana e poi affidate a una drum machine, mentre quelle gelide di Pillars I erano sintetiche da cima a fondo; qui, per la prima volta, ci troviamo di fronte a partiture suonate da un batterista in carne e ossa, che conferiscono a Earth II un carattere più terreno, umano e tangibile.
Tutti questi tasselli vanno a comporre quella che, con una certa convinzione, possiamo definire la migliore opera degli Earth And Pillars: un’evoluzione in termini qualitativi che era forse attesa in una certa misura, ma che riesce comunque a impressionare. Stando a quanto dichiarato, i sintetizzatori prenderanno definitivamente il sopravvento in Pillars II, che andrà a chiudere finalmente il cerchio: non possiamo che aspettarlo con trepidazione.