EARTH AND PILLARS – Pillars I / Towards The Pillars | Aristocrazia Webzine

EARTH AND PILLARS – Pillars I / Towards The Pillars

Gruppo: Earth And Pillars
Titolo: Pillars I / Towards The Pillars
Anno: 2016
Provenienza: Italia
Etichetta: Avantgarde Music
Contatti: Facebook
TRACKLIST “PILLARS I”

  1. Pillars
  2. Myth
  3. Solemnity
  4. Penn
DURATA: 68:00
TRACKLIST “TOWARDS THE PILLARS”

  1. I
  2. II
  3. III
  4. IV
  5. V
DURATA: 45:15

Tornano i misteriosi Earth And Pillars, il cui secondo lavoro Pillars I è stato lungamente anticipato da Avantgarde Music, e addirittura pubblicato in una versione limitata a duecento copie arricchita da un secondo cd, oggetto delle righe che state leggendo.

Pillars I è esattamente ciò che ci si aspetta dal seguito di Earth I fin dal livello visivo: coerente all’immaginario creato dalla band nel suo debutto, il disco si presenta di nuovo in un elegante A5 legato a un colore dominante, questa volta il grigio delle cime innevate, laddove in precedenza si trattava del verde dei boschi, e sempre le montagne innevate sono protagoniste delle splendide foto del mastermind Z. Così come Earth I, ancora, anche Pillars I è ispirato a una raccolta di poesie: questa volta si tratta di Das Stundenbuch (Il Libro D’Ore) di Rainer Maria Rilke, antologia religiosa del primo Novecento. I quattro lunghi brani giocano continuamente sulla polivalenza dei «pillars» («colonne» o «fondamenta») del titolo, da un lato riferendosi espressamente alle montagne innevate come entità sacre, dall’altro implicando i risvolti spirituali e religiosi della ricerca e della contemplazione.

Musicalmente è scontato dire che non ci si discosta da Earth I, quindi ancora quattro brani, stavolta niente introduzione, ma canzoni dalla durata oltremodo impegnativa (stiamo parlando di sessantotto minuti di registrazioni). C’è qualche informazione in più sui membri, invece: stavolta siamo certi che Radok (Lorn ed ex-Battle Dagorath), in precedenza indicato solo come co-autore di un brano, si sia occupato della drum machine. Quello che è certo è che Z ha sicuramente ascoltato proprio i Battle Dagorath e Vinterriket, perché Pillars I — oltre a parlarci di montagne — concede ancora più spazio all’ambient, oltre ad avere un minutaggio quantomeno irriverente. Nonostante la lunghezza e la scelta opinabile di continuare a fare uso di una drum machine in un genere che vuole avvicinarsi alla natura e allontanarsi dalla tecnologia, però, siamo davanti a un disco incredibilmente bello. Punto. Non c’è discussione. Black metal di matrice cascadica interpretato con personalità, che ha qualcosa da dire, ha un significato e una ragione tanto nei suoi momenti più concitati quanto nelle lunghe ibridazioni ambient. Le due anime del gruppo continuano a sposarsi perfettamente, e l’ora abbondante di Pillars I passa in un baleno. Un capolavoro mancato solo per i difetti di cui sopra.


Venendo al secondo disco, Towards The Pillars è un lavoro totalmente ambient, e se state pensando ad Asteroidi dei Progenie Terrestre Pura, beh, avete ragione, ma anche e soprattutto torna a fare capolino Vinterriket. Stando alle dichiarazioni ufficiali, i brani vennero sviluppati come base concettuale per Pillars I, salvo poi deviare sempre di più dal percorso originale e acquisire vita propria, tanto da finire pubblicati separatamente. In questa occasione le fotografie del libretto non sono più saturate di grigio, ma mostrano meravigliosi scenari montani al tramonto, all’alba e in vari momenti della giornata.

Musicalmente, la scrittura è appannaggio non più solo di Z, ma viene condivisa con Radok, mentre nei lavori non è stato coinvolto il bassista I. I toni del disco sono esattamente quelli che ci si aspetta: di nuovo, Vinterriket e Progenie Terrestre Pura, ma anche Stijn Van Cauter nelle sue declinazioni ambient e tanta Ultimae Records che fa capolino qua e là (in particolare in “I” e “III”). Più contenuto nel minutaggio, Towards The Pillars forse non reggerebbe come album pubblicato autonomamente, perché suona più come una deviazione temporanea: molto omogeneo, e di genere.

Certo è che se i Nostri hanno questo livello di partenza, il giorno che decideranno di concentrarsi davvero sulla produzione di un disco ambient, avranno più di una freccia al proprio arco.