EBOLA – Beauty
Gruppo: | Ebola |
Titolo: | Beauty |
Anno: | 2019 |
Provenienza: | Giappone |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
TRACKLIST
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DURATA: | 20:54 |
Tra le varie realtà incrociate nel nostro speciale dedicato a Zero Dimensional Records, una della più soddisfacenti è stata indubbiamente Ebola, forte di un sound fatto di sensazioni depressive e suoni tipici della Cina; recentemente, tuttavia, pare che il buon Youta abbia deciso di sperimentare qualcosa di nuovo e il risultato è quantomeno curioso. Dalla copertina si può facilmente intuire come la tradizione dell’Estremo Oriente abbia lasciato il posto a qualcosa di completamente diverso, il cui unico termine di paragone — seppur in maniera parziale — è l’operato di Netra: Beauty è infatti un ibrido di depressive black metal e generi legati più alla musica commerciale come l’R&B moderno, dove gli scenari naturali diventano molto più urbani e notturni.
Ebola, purtroppo, continua ad avere problemi in fase di missaggio e masterizzazione, ma — al di là di questi difetti che ne limitano le potenzialità — i brani riescono nell’intento di unire due anime così distanti, almeno a livello compositivo. Laddove le chitarre zanzarose e le urla disperate rappresentano il lato black metal dell’ep, la controparte più pop trova nei beat, nei bassi e nei sintetizzatori i propri esponenti. Nelle fasi più cupe e riflessive sembra che da un momento all’altro debba saltare fuori la voce di Usher, eppure l’unica presenza a emergere costantemente è di natura diabolica e infernale, con lo scream sofferente e immerso nel riverbero a fare da sfondo a un bizzarro mix di riff distorti, melodie malinconiche e bassi importanti.
L’artista non teme di aggiungere qualche tocco hip-hop nei beat di “Night Memories” e “Rain Story”, nè di avventurarsi in un’elettronica di stampo quasi skrillexiano in “Wild” o di includere i sintetizzatori elettropop in “Different Kiss”, riuscendo così a creare quattro tracce discretamente varie e indubbiamente inusuali. Perfino l’aspetto prettamente estremo è gestito nelle giuste dosi e modalità, ad esempio utilizzando qua e là urla quasi sussurrate al posto di quelle sguaiate.
Beauty è al momento soltanto un esperimento di venti minuti, non sappiamo se Youta proseguirà su questa strada o se tornerà sui propri passi; in ogni caso, questa breve opera conferma sia la buona creatività che le problematiche tecniche del musicista nipponico. Quando queste ultime verranno superate, forse la musica di Ebola riuscirà a fare il passo necessario a uscire dallo status di mero progetto amatoriale, potendo così puntare molto più in alto.