Il ritorno degli Ecnephias e la triste meraviglia del Sole

ECNEPHIAS – The Sad Wonder Of The Sun

Gruppo: Ecnephias
Titolo: The Sad Wonder Of The Sun
Anno: 2017
Provenienza: Italia
Etichetta: My Kingdom Music
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TRACKLIST

  1. Gitana
  2. Povo De Santo
  3. Sad Summer Night
  4. The Lamp
  5. Nouvelle Orleans
  6. A Stranger
  7. Quimbanda
  8. Maldiluna
  9. You
DURATA: 49:34

Due anni fa parlavamo del disco eponimo degli Ecnephias, band che abbiamo avuto modo di conoscere meglio anche grazie a una intervista. Il 2017 è l’anno del ritorno sulla scena con il nuovo album The Sad Wonder Of The Sun.

Se già il precedente lavoro faceva intendere che il gruppo aveva idee chiare e personali sulla propria musica, questa uscita porta ulteriormente avanti questo concetto, pur mantenendo ben saldi i legami con l’intero panorama Gothic-Dark; al velo d’ombra fornito da questa base si contrappone una luce tutta mediterranea, secca e torrida.

L’emblema di questa dicotomia è il lavoro di Sicarius Inferni, le cui tastiere assumono toni alternativamente misteriosi e legati al mondo Darkwave oppure caldi e aridi, come un vento che soffia sulla terra arsa dal Sole. Altrettanto rappresentativa è la performance del leader Mancan dietro al microfono, anch’essa scissa in due forme complementari fra di loro: in questo caso, tuttavia, sia il growl che il cantato pulito portano con sé contemporaneamente l’evocatività tenebrosa e quella mediterranea, lasciando a Sicarius il compito di far pendere l’ago della bilancia da un lato o dall’altro… oppure di mantenerlo in bilico.

Va detto, comunque, che è l’intera formazione a funzionare nel migliore dei modi. La collaborazione tra i vari strumenti porta verso strade sempre varie che spaziano tra diversi ambiti del mondo Rock e Metal, con le chitarre di Nikko e Mancan in continua mutazione. Si passa dalla magia delle molteplici fasi acustiche all’energia elettrica di “Quimbanda”, sfruttando una interessante effettistica in “Povo De Santo” e offrendo numerosi assoli melodici di stampo Heavy Metal, arrivando poi a tingersi di Reggae in “Nouvelle Orleans”; proprio questo pezzo, insieme a “Gitana” e “A Stranger”, è quello che fa apprezzare maggiormente il contributo del basso del nuovo entrato Khorne, capace di dare il meglio negli spazi più rilassati e a lui riservati, spesso intrecciandosi con la chitarra acustica.

Infine, il batterista Demil fa esattamente ciò che deve fare: supportare i compagni con ritmiche adatte ai diversi contesti tirati in ballo, dimostrando una certa competenza nel sapersi rendere sempre interessante, nonostante si tratti per la maggior parte di pattern non eccessivamente complessi; è degno di nota, ad esempio, il modo in cui riesce a porsi esattamente nel mezzo delle due facce di “Nouvelle Orleans”.

La vera forza di The Sad Wonder Of The Sun — che già si era presentata nel lavoro precedente, seppur non in maniera così evidente — è la sua orecchiabilità, tanto da essere assimilabile, per certi versi, al Pop: i ritornelli sono talmente efficaci che già al primo giro mi sono ritrovato a canticchiare “Gitana”, “Povo De Santo” e “Quimbanda”, mentre un pezzo come “You” cresce a ogni ascolto fino a risultare uno degli episodi più riusciti.

Ciò non è assolutamente da considerare un problema, in quanto i brani sono così curati, dettagliati e ricchi di sfaccettature da richiedere comunque più di un ascolto distratto per essere compresi appieno. Anche l’elettronica si manifesta spesso in stile Pop, come accade nelle percussioni della magica “Sad Summer Night”, forse uno degli esempi migliori degli scenari ricreati dalla musica degli Ecnephias; si può notare, inoltre, qualche accenno EDM in “Maldiluna” e in maniera minore in “Quimbanda”.

I testi sono scritti perlopiù in inglese con qualche passaggio in italiano e seguono la scia di quanto proposto in precedenza. Sono presenti riadattamenti di opere di Aleister Crowley (“Gitana” e “The Lamp”) e di Fernando Pessoa (“A Stranger”), mentre “Povo De Santo” e “Quimbanda” scavano nella cultura esoterica afro-brasiliana. Per il resto, le liriche cantate da Mancan — supportato in due tracce dalla voce femminile di Raffaella “La Janara” Cangero — sono dedite all’occultismo e all’oscurità, ai quali si aggiunge una certa attenzione al mondo femminile: tutti elementi riscontrabili anche a livello sonoro.

The Sad Wonder Of The Sun conferma gli Ecnephias come una della realtà italiane più valide in ambito Metal: l’identità della band diventa sempre più forte di album in album, perfezionandosi, migliorandosi ed evolvendosi senza sosta. Sempre più lontani dalla definizione di «Moonspell italiani» che mi è capitato di leggere in più di una occasione, Mancan e soci riescono tranquillamente a brillare di luce propria senza rinnegare le proprie influenze. Ottimo lavoro.