ELDJUDNIR – Ragnarok
Gruppo: | Eldjudnir |
Titolo: | Ragnarok |
Anno: | 2010 |
Provenienza: | Danimarca |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 28:21 |
Gli Eldjudnir sono un duo danese che quest'anno ha rilasciato il primo ep "Ragnarok". È evidente che la mitologia nordica influenzi notevolmente le composizioni di Jakob Sture Winnem Larsen (chitarra, basso e voce) e Jacob Hee Lindhardt Lund (batteria), dato che i due nomi tirati in ballo appartengono storicamente alle leggende del Nord: quello del gruppo s'ispira alle sale di Hel nel regno sotterraneo, mentre il titolo del disco, sicuramente più conosciuto perché più volte menzionato nel corso degli anni, identifica il destino che incombe sugli dei.
Le quattro composizioni, per quasi trenta minuti di musica, sono ricche di atmosfera ancestrale ed abbastanza semplice identificarne le influenze: si va dal black metal dei connazionali Angantyr a quello gelido e tagliente dei classici Immortal, passando per la furia funesta dei primi Darkthrone. Inoltre sarà possibile accostarli anche a realtà di discreto valore come i più recenti Korpblod.
Il lavoro svolto ha prodotto dei buoni risultati sia per ciò che concerne l'intensità trasmessa che per quanto riguarda il viaggio introspettivo, che una volta azzerati i ritmi tramite l'utilizzo di inserti acustici o l'ingresso in scena di effetti ambientali (come la pioggia scrosciante in "Fimbulviterens Komme" e l'ululato notturno di "Ulvevinter") non fanno altro che acuire con maggiore imponenza la sensazione naturalistica.
L'uso della voce varia dal più classico screaming black a un recitato evocativo e si presta bene all'incedere delle tracce, costruite in modo d'alternare attimi scuri e battenti ad altri dove la mente ha la possibilità di perdersi, facendosi trascinare in un vortice d'altri tempi. La conclusiva "Ragnarook" n'è fulgido esempio.
Per chiunque segua il genere tutto ciò non sarà di certo sconosciuto, ma la prova fornita dagli Eldjudnir in questo mini risulta essere comunque piacevole e curata anche sotto l'aspetto della produzione. Attendendo quindi una conferma su scala più ampia, magari un vero e proprio album, vi suggerisco di dar loro un'occasione: "Ragnarok" ha le carte in regola per farsi apprezzare.