EMBRIONAL – The Devil Inside
Gruppo: | Embrional |
Titolo: | The Devil Inside |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | Polonia |
Etichetta: | Old Temple |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 43:06 |
Quarto giro su Aristocrazia per i polacchi Embrional, stavolta il gruppo mitteleuropeo bombarda il nostro udito con dodici brani che vanno a comporre la seconda uscita di lunga durata il cui titolo è "The Devil Inside". La formazione si conferma una classica e violenta conduttrice di volontà negative e maligne originarie della scuola death-black metal, continuando a nutrirsi sia del panorama a stelle e strisce che da quello nazionale. Non perdo quindi tempo a citare quali siano le band a cui fanno riferimento, dato che già in passato alcune sono state nominate e quelle che si sono aggiunte all'impasto sonoro sono altrettanto note e riconoscibili. Ciò che più importa è che partendo da quelle basi ancora una volta siano stati in grado di modellare una prestazione soffocante e disturbante.
Album dall'atmosfera sinistra e viscidamente tentacolare, la prova degli Embrional si districa in maniera agevole, esponendo sia sensazioni frenetiche e ossessive che addensando l'aria con una fredda acidità. Brani quali "Funeral March", "The Abyss", "(Behind) The Mask Of Sanity" e "Madman's Curse" entrano in circolo come una droga, riuscendo ad assuefare l'ascoltatore. A dire il vero la scaletta conterrebbe almeno altri due episodi che sarebbero stati in grado di dire la propria, "Evil's Mucus" e la già nota "Whores, Drugs And Brain Dead", purtroppo però la prima si perde a causa di uno sviluppo compositivo un po' scontato dopo un inizio intrigante, mentre la seconda si allontana volutamente dal lato più oscuro emerso sino a quel momento, preferendo puntare su una spiccata componente thrash che la rende più simile a una traccia bonus.
Gli Embrional non hanno comunque nulla di cui dover farsi perdonare, infatti sia l'aspetto esecutivo che la produzione (svoltasi presso i Sound Division Studio di Varsavia) hanno consegnato l'uscita che da loro ci si attendeva, un disco death-black sporco quanto basta a far andare in brodo di giuggiole le nostre orecchie. L'unico rammarico è quindi legato alla discontinuità di un'opera che passa dall'esaltazione con canzoni eccelse a brani piacevoli e funzionali ma che lasciano un segno meno evidente del proprio passaggio. Se il livello della proposta si fosse mantenuto sugli alti standard forniti dalle quattro canzoni chiamate in causa, avremmo avuto fra le mani un lavoro a dir poco devastante, così invece permane un leggero amaro in bocca.
Tirando le somme, "The Devil Inside" è ovviamente consigliato agli amanti del death-black, è un album pronto a condividere con voi una serie di graditi attimi malsani e avvelenati e che va ulteriormente a consolidare l'importante ruolo ricoperto dai gruppi provenienti dalla Polonia all'interno del panorama.