ENTHRONING SILENCE – Throned Upon Ashes Of Dusk
Sono trascorsi nove anni dal rilascio dell'ultimo album dei piemontesi Enthroning Silence, formazione che comprende ex membri fra gli altri dei seminali Mortuary Drape e che da quanto ho appreso aveva ricevuto buoni riscontri nel triennio 2002-2004 grazie a due dischi di depressive black metal ortodosso e viscerale. "Throned Upon Ashes Of Dusk" racchiude brani registrati in varie sessioni fra il 2005 e il 2013, quindi è un terzo album che ha subito una lunga gestazione.
A prima vista lo stile appare facilmente inquadrabile e di facile lettura, oscillando fra la sofferente lacerazione degli Abyssic Hate e l'assenza di speranza dei Forgotten Tomb: lo screaming fortemente effettato e le parti più grezze rimandano ai primi, mentre quellle arpeggiate e gli stacchi malinconici ai secondi. La tipica struttura dei brani è dilatata e ipnotica, come dimostrano le durate tutte superiori agli otto minuti, e la band opta per colpire l'ascoltatore in maniera prolungata e continua, attraverso piccole variazioni, piuttosto che esplodere in picchi elevati di carica emotiva. La stratificazione sonora questa volta è interessante e non scontata, infatti le chitarre presentano una certa corposità (per il genere) e non si limitano soltanto a graffiare, ma disegnano anche melodie tragiche e talvolta aperture pulite quasi inaspettate (come nella parte centrale di "In Thy Advent, My Triumph"); il basso invece a differenza di tanti altri casi è ben percepibile, pur esibendosi prettamente come accompagnamento. Ci troviamo comunque nel classico contesto lo-fi black metal, quindi non troverete nulla di rifinito e la stessa batteria nelle parti più veloci non suona alla perfezione. In ogni modo la varietà ritmica è più che sufficiente se rapportata al filone in esame, quindi accanto ai classici tempi medi troverete anche sparute accelerazioni e in generale cambiamenti che mantengono viva l'attenzione.
Personalmente ho trovato confusionario e di difficile consultazione il libretto, con parti di testo letteralmente "tagliate", accostamenti cromatici che impediscono la lettura e caratteri poco chiari. Abbastanza anonima anche la copertina, che oltre ai difetti già elencati per l'interno presenta un'immagine poco personale e ficcante; il teschio sulla sinistra è sullo stile di quello apparso in "Quantos Possunt Ad Satanitatem Trahunt" dei Gorgoroth.
Sessantasei minuti di depressive-suicidal black metal sono un carico emotivo non alla portata di tutti e rendono "Throned Upon Ashes Of Dusk" un'opera di nicchia all'interno di un filone di nicchia, che viene valorizzata al meglio tramite un ascolto "intimo" (come sperimentato dal sottoscritto) e preferibilmente in cuffia, contesto chiuso nel quale confrontarsi coi propri demoni interiori. Se questo sotto-genere non vi ha mai smosso nulla dentro, lasciate perdere gli Enthroning Silence e risparmiate il vostro prezioso tempo, in quanto la connessione interiore con le note è componente essenziale per apprezzare queste sonorità, al di là di tutte le considerazioni critiche o tecniche. Viceversa gli ascoltatori più fanatici ameranno sei inni al dolore tanto "canonici" quanto "godevoli", qualità abbinate niente affatto scontate in una scena DSBM troppo ricca di tristi scimmiottamenti e pochezza comunicativa. Per chi ama farsi del male…