ENTROPIA – Ufonaut
Gruppo: | Entropia |
Titolo: | Ufonaut |
Anno: | 2016 |
Provenienza: | Polonia |
Etichetta: | Arachnophobia Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 43:17 |
Al giorno d'oggi avere la fortuna di ascoltare un disco che possieda uno spirito minimamente originale o che sia in grado di sorprendere per lo sviluppo di una serie di soluzioni stilistiche — seppur note — capaci di farlo virare continuamente, attirando l'attenzione nella sua interezza, non è impresa semplice. Le uscite che mescolano più generi sono una costante di mercato, le realizzazioni di alto livello molte, i capolavori sempre meno. La premessa era d'obbligo, dato che ricordavo con un positivo sorriso "Vesper", la prima pubblicazione dei polacchi Entropia, mentre ora mi ritrovo fra le mani il suo successore "Ufonaut", che consegna al mio udito una formazione in piena esplosione artistica, consapevole dei mezzi a propria disposizione e capacissima di sfruttarli al meglio.
La proposta rientra in un mischione composto da sonorità Black Metal, Post-Metal e Sludge, le cui influenze — alcune decisamente più massicce, altre considerabili come percettibili e affascinanti echi — potrebbero chiamare in ballo nomi quali Celeste, Blut Aus Nord, Deathspell Omega, Code, Dystopia Nå!, e Altar Of Plagues. Shakerandoli insieme, il risultato è un album in cui è possibile farsi schiacciare da un riffing che sa come scavare solchi, infondere una patina delicatamente agrodolce o tingersi di un animo vintage che richiama il rock anni '60 e '70. L'ottimo sostegno atmosferico a carico delle tastiere inoltre estende, impreziosisce e raffina le canzoni, prendete a esempio "Apogeum", puntando anche su un sinfonismo — mai pedante — in "Paradox". Per quanto riguarda l'assetto ritmico, il duo basso-batteria risulta essere vibrante ed eclettico, facendo sì che la progressione dei pezzi non divenga scontata, mentre la prestazione vocale, espressiva, evocativa e varia quanto basta nel collaborare o nell'imporsi in scena diviene la ciliegina sulla torta di un'opera che trascina a sé l'ascoltatore in una introspezione allucinata.
"Ufonaut" funziona alla grande e gode di una produzione moderna e pulita che gli ha conferito dei suoni perfettamente distinguibili e ideali ad apportare il contributo più efficace ai pezzi. Mi ripeto, ma le tastiere sono state davvero ben impostate ed è un vero e proprio piacere per l'udito. Vi esorto quindi all'acquisto di questo secondo atto discografico creato dagli Entropia, un disco compositivamente interessante, istintivo e dotato di quel pizzico di follia che non guasta e che gli amanti del genere difficilmente riusciranno poi a togliere una volta inserito nel lettore.