EORONT – Dhaar
Gruppo: | Eoront |
Titolo: | Dhaar |
Anno: | 2013 |
Ristampa: | 2014 |
Provenienza: | Russia |
Etichetta: | Wolfsgrimm Records |
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TRACKLIST
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DURATA: | 40:39 |
Non conoscevo gli Eoront e non conoscevo la Wolfsgrimm Records. I primi sono un gruppo proveniente da Krasnoyarsk nato come progetto del solo Foltath, che dopo un debutto (che mi riprometto di ascoltare al più presto) come one-man band ha deciso di passare a una formazione a quattro. La seconda è un’etichetta tedesca dedita alla diffusione del black metal nella sua forma più atmosferica e immaginifica, tanto che tra le sue ultime produzioni è giusto segnalare la ristampa in 12” di The Crevices Below, una delle passate incarnazioni di Dis Pater.
Tornando a Dhaar, questo ep di due tracce venne originariamente distribuito in versione completamente cirillica e in modo indipendente dalla stessa formazione sul finire del 2013, ma l’etichetta teutonica ne ripresenta oggi una versione occidentalizzata ed espansa. Occidentalizzata perché, sebbene il cantato rimanga in lingua madre, all’interno del digipak sono presenti tutte le traduzioni di titoli, testi e note di produzione; espansa perché — rispetto alla versione originale — l’edizione in oggetto aggiunge qualche minuto di introduzione di tastiera al primo brano e una lunghissima (forse eccessiva) coda ambient e sintetica al secondo. E quella forse eccessiva coda in chiusura dell’EP, che ne allunga la durata da trenta a oltre quaranta minuti, è in assoluto l’unica pecca che mi sento di rilevare agli Eoront.
Musicalmente, il quartetto siberiano (andate a vedere dove si trova Krasnoyarsk, se non l’avete ancora fatto) sprigiona una potenza notevole. Tutto funziona alla perfezione: gli strumenti hanno suoni moderni e attuali, ma allo stesso tempo una forza creativa dirompente. I brani composti da Folthath si muovono perfettamente a loro agio tra rimandi all’inevitabile scena americana e il retaggio della propria terra, come sempre nella foggia di una grande presenza delle tastiere e di un approccio musicale molto orientato alla melodia. Questo non deve però far pensare a una proposta melliflua o, peggio, priva di mordente, anzi: gli Eoront fanno tesoro dell’esperienza (musicale, non ideologica) dei Temnozor’ più recenti e fanno quadrare il cerchio in modo pressoché perfetto, lasciando intatta la potenza di chitarre e batteria nonostante i toni epici delle tastiere e alcuni passaggi quasi ritualistici.
È un viaggio che si prospetta molto interessante quello degli Eoront, che già danno prova di poter regalare momenti di grande soddisfazione agli appassionati del black metal a tinte atmosferiche, forti anche di un vero e proprio concept alla base della propria musica, dedicato allo sviluppo di un mondo «con il proprio epos, i suoi rituali, leggende, cerimonie e filosofie». Siamo molto curiosi di vedere dove questa avventura li porterà.