ETERNAL CHAMPION – Ravening Iron
Il 6 novembre 2020 era una data cerchiata in rosso sul calendario di ogni buon appassionato di heavy metal epico: il giorno di uscita (in anteprima su Bandcamp) di Ravening Iron, secondo album degli Eternal Champion e seguito dell’acclamato The Armor Of Ire che li aveva lanciati nell’olimpo (moderno) del genere. Nei quattro anni trascorsi fra i due dischi gli statunitensi si sono dedicati ad altre band e progetti, tra cui Power Trip, Iron Age e Sumerlands, facendo così schizzare alle stelle la sete di epicità dei fan e della critica, per nulla placata dalla pubblicazione di due ep di minore importanza contenenti due cover e due pezzi di soli sintetizzatori.
L’annata da poco conclusa è stata invece particolarmente dura a livello personale per il gruppo, toccato da vicino da due lutti: ad aprile è venuto a mancare Riley Gale, cantante dei Power Trip in cui milita anche il chitarrista Blake Ibanez, mentre a settembre è deceduto il chitarrista Wade Allison, compagno del cantante Jason Tarpey negli Iron Age, entrambi nemmeno quarantenni. Tali avvenimenti non hanno tuttavia inficiato il lavoro artistico del gruppo stanziato fra Austin (Texas) e Philadelphia (Pennsylvania), che si è presentato ai fan con l’azzeccatissima copertina pulp realizzata da Ken Kelly, artista noto per aver collaborato con Kiss, Manowar, Rainbow e per le illustrazioni di Conan il Barbaro. L’opera rappresenta alla perfezione l’immaginario fantasy eroico degli Eternal Champion ispirato dai mondi di Moorcock e Howard, con le loro ambientazioni occulte, carnali e vivide.
Gli Eternal Champion sono un gruppo speciale, in primis perché si tratta di musicisti di esperienza provenienti dal panorama thrash-crossover americano che rendono omaggio alle sonorità epic metal, instillandovi il proprio DNA. Secondo, perché hanno costruito un vero e proprio universo di riferimento chiamato Arginor, grazie alla penna di Jason Christopher Tarpey, autore del romanzo sword and sorcery The Godblade, su cui si basano quasi tutti i testi di Ravening Iron. Un’eccezione è rappresentata da “Worms Of The Earth”, tratta dall’omonima opera del maestro Robert E. Howard cui i nostrani Rosae Crucis dedicarono un intero concept.
Sul fronte sonoro gli Eternal Champion spiccano per efficacia e compattezza, non sprecando nemmeno una singola nota nel corso dei 37 minuti di durata del disco. La sezione ritmica appannaggio di Arthur Rizk alla batteria e Brad Braud al basso offre una prova rocciosa. Le chitarre di John Powers e dello stesso Rizk hanno invece il compito di orientare le anime dei brani, fra heavy metal quadrato (“A Face In The Glare” e “Skullseeker”), movenze accattivanti e più melodiche (la title track e “War At The Edge Of The End”), le sferzate thrash e oscurità doom (“Banners Of Arrai”, che riprende la melodia da “Shade Gate”, ultimo brano del disco precedente). Anche assoli e cantato rientrano in questa logica di efficienza: i momenti solisti non sono uno sfoggio di tecnica fine a se stessa quanto cesellature coerenti col flusso naturale dei pezzi; mentre Jason Tarpey mantiene il suo tono estremamente narrativo, un po’ nasale, certamente personale ma privo di scossoni e virtuosismi così come di esplosioni di potenza su note spaccatimpani. L’unico episodio che si discosta da questa collaudata formula è “The Godblade”, coi suoi due minuti epici basati esclusivamente sui sintetizzatori, non una sorpresa per chi ha avuto modo di ascoltare l’ep Terminus Est. “War At The Edge Of The End” va segnalata invece perché è una nuova versione del pezzo già presente sul demo The Last King Of Pictdom del 2013.
L’etichetta greca No Remorse ha messo in piedi un pacchetto importante per supportare una delle più talentuose leve del panorama epic metal moderno, composto addirittura da quattro differenti versioni lp, fra cui una argentata limitata a cinquecento copie; una di queste si trova a casa mia. Ravening Iron vi stupirà perché non suona identico a The Armor Of Ire e data la minore orecchiabilità vi conquisterà più lentamente ascolto dopo ascolto, forte del suo approccio massiccio, meritando il vostro tempo e i vostri denari. E poi cosa c’è di più metal ed epico di Jason Tarpey che nella vita di tutti i giorni è un fabbro che forgia spade, asce e coltelli e ha inserito come intro i suoi rumori di incudini e martelli?