EVIL ONE – Militia Of Death
Gruppo: | Evil One |
Titolo: | Militia Of Death |
Anno: | 2010 |
Provenienza: | Francia |
Etichetta: | Pervade Productions |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 47:50 |
La pazienza prima o poi finisce come il credito che si da a certe band, mi spiace dover iniziare in questo modo la recensione di "Militia Of Death" dei francesi Evil One ma purtroppo ne sono rimasto parzialmente deluso. I transalpini sono in attività da quasi quindici anni e con quest'album giungono al terzo tassello della carriera, una carriera che è andata continuamente virando, erano una formazione gothic e hanno pian piano modificato direzione sino a puntare sul thrash.
Ok non c'è nessun problema a voler cambiare genere in corsa, non sono i primi che l'han fatto e non saranno neanche gli ultimi, però ci si attendeva una consacrazione e invece mi ritrovo fra le mani un disco che, seppur infarcito di ottime collaborazioni — Jeff Waters (Annihilator), Herman Frank (Accept) e Betov (Adx) autori degli assoli in "Militia Of Death", "Suicide Fanatics" e "Straight To Hell" —, seppur possegga una titletrack divertente e dal coro che acchiappa sia nella versione originale, sia nella sua rivisitazione tankardiana — con tanto di partecipazione dello storico leader dei tedeschi Gerre che intona "Militia Of Beer" — e una cover di "Fast As A Shark" degli Accept dignitosa e grintosa, non riuscirà quasi mai a decollare.
È davvero un peccato. Le chitarre di Freddy e Kris lavorano sodo e bene, sono solide, a tratti standard, ma di loro proprio non ci si può lamentare e la sezione ritmica risulta essere ficcante e dinamica quanto basta a una prova che tira spesso dritto per dritto, quello che assolutamente non va è la prestazione dietro il microfono di Frédéric. Trascurandone infatti la pronuncia inglese discutibile e pur provando a stare sul pezzo non sempre tiene botta, inoltre in certi momenti pare talmente sbilanciata da sfiorare la stonatura, potrebbe anche passare in secondo piano se uno si concentrasse sul fattore adrenalina insito in brani come "Evil Invasion", "In The Dead Of The Night" e "Straight To Hell", peccato però che lo squilibrio percepito in alcuni frangenti in cui il cantante si presenta sia capace di annullare improvvisamente il tutto. Quando prende poi il largo "Instrumental", cioè, vi rendete conto che lo strumentale pare sia il pezzo principe di un disco thrash? Di una tristezza imbarazzante.
Il compito svolto dietro il mixer da Herman Frank valorizza il complesso, è nitido e delineante, fornisce un gran bel supporto alle tracce che grazie a questo guadagnano qualche punto, tuttavia non basta a salvare un "Militia Of Death" che puzza letteralmente di occasione gettata al vento. Gli Evil One avevano gli ingredienti adatti per rilasciare un bell'album e invece si sono auto-gambizzati rimanendo stabilmente insufficienti. Da ascoltare solo se siete ossessionati da tutto ciò a cui viene affibbiato il marchio thrash, ma vi consiglio tranquillamente di evitarvelo.