EVIL PALACE – Born In Darkness
Gruppo: | Evil Palace |
Titolo: | Born In Darkness |
Anno: | 2011 |
Provenienza: | Ucraina |
Etichetta: | Immortal Frost Productions |
Contatti: |
non disponibili |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 51:05 |
Andiamo di recuperi stavolta e peschiamo dalla maxi-spedizione giuntaci da casa Immortal Frost Productions un disco che inizia ad avere i suoi anni: "Born In Darkness", anno domini 2011, è a oggi l'unica testimonianza resa al mondo dal duo ucraino Evil Palace.
Alfiere di un black metal dai tratti fortemente sinfonici e sintetici, debitore in larga parte degli unici veri sdoganatori delle tastiere e della pomposità nel metallo nero, i (preferibilmente primi) Dimmu Borgir, il progetto capitanato da Wolfheart (musica e programming) e Sid (voci e testi) si arricchisce per l'occasione di Astaroth (basso), già compagno dei due nei Dusk Of Eternity. Insieme, i tre danno vita a un black dalle evidenti influenze industrial-rumoristiche, poiché Wolfheart non ha decisamente lesinato sull'utilizzo di graffianti inserti sintetici, drum machine in primis. Un esperimento che paga, ma solo fino a un certo punto: la dimestichezza dei tre nella gestione di un genere tanto complesso e dai difficili equilibri non è a livelli ottimali, d'altronde è pure interessante scoprire i ruvidi e furiosi anfratti di questi otto brani. Insomma ci sono delle buone idee e degli spunti accattivanti, che però non raggiungono ancora la piena concretizzazione: va bene il riff, va bene la tastiera, va bene l'urlo e va bene anche l'ombreggiatura "industriale", però spalmare il tutto per oltre cinquanta minuti è rischioso anzichenò, specialmente se i brani sono pochi e mediamente lunghi e non c'è qua e là qualche "hit" particolarmente accattivante (vera e innegabile fortuna della formazione norvegese di cui sopra).
Al di là di questa vena prolissa, resta un disco ben suonato, discretamente prodotto e, come accennato, che presenta qualche spunto interessante, su tutti le influenze inusuali in un genere come il black metal. Certo, aggiungendo a qualche defaillance compositiva una certa ingenuità testuale data, di nuovo, immancabilmente, da testi in inglese senza evidentemente avere grande padronanza della lingua, è evidente come "Born In Darkness" non possa che essere considerato come un lavoro tutto sommato acerbo e probabilmente non completamente rappresentativo del potenziale di Sid e Wolfheart.
È passato ormai qualche anno, però, quindi ci auguriamo che al prossimo giro alcuni dei difetti di questo debutto vengano limati e che gli Evil Palace possano urlare a pieni polmoni il loro odio verso il divino.