EXXASENS – Satellites
La copertina di un album alle volte ne raffigura perfettamente il contenuto musicale; spesso non è solo una questione di pura scelta estetica dell'artista e un lavoro come "Satellites" degli Exxasens ne è dimostrazione.
Il progetto post-rock a tinte metal proveniente dalla Spagna mi aveva favorevolmente impressionato con il precedente album "Eleven Miles": stavolta è invece riuscito a convincermi completamente grazie a una prestazione che, pur mostrando che vi è una sorta di legame indissolubile con i cardini espositivi e sonori del panorama musicale alla quale si rifà, aggiunge un pizzico di brillantezza e di flebile psichedelia siderale all'impasto per creare l'ambientazione adeguata allo sviluppo dei brani.
Il connubio di atmosfere languide attraversate da melodie dolciastre e divagazioni in territorio metallico, in un paio d'occasioni anche decisamente di conformazione rocciosa, insito nei brani è tendenzialmente noto all'orecchio. Si diletta a virare in zone leggermente progressive all'interno di "Satellites" e usufruisce del supporto dell'elettronica in episodi quali "Sputnik" e "Arida". L'impressione è quella di voler esplorare in lungo e in largo l'universo ("Rocket To The Sky" e "Mass Of Pluto"), arrivando poi al punto di collassare per la stanchezza in una evocativa e conclusiva "The Falling", canzone che per struttura ed emotività ricorda quanto offertoci nella precedente uscita.
"Satellites" è privo di reali incertezze, è un album capace di mettere a fuoco un'immagine che sa d'infinito. In questa circostanza infatti le ruote degli ingranaggi degli Exxasens girano in modo tale da far sì che sia le componenti strumentali che quelle emotive collaborino efficientemente nel produrre uno stato di viaggio che si estende dal primo all'ultimo minuto.
I detrattori e gli ascoltatori abituali di produzioni appartenenti a questo mondo di suoni potranno lamentare l'assenza di originalità, dato che i rimandi a realtà arcinote quali sono i God Is An Astronaut o i 65daysofstatic (fra i tanti) sono alquanto evidenti; escludendo questo fattore a dir poco inevitabile da incrociare, si può riconoscere agli Exxasens la riuscita di un disco che nella sua semplicità si pone all'orecchio in qualità di gradevole compagnia, una di quelle a cui un giro nello stereo non lo si nega di certo.