La grande bellezza dell'immensità senza fine dei Falaise

FALAISE – My Endless Immensity

Gruppo: Falaise
Titolo: My Endless Immensity
Anno: 2017
Provenienza: Italia
Etichetta: A Sad Sadness Song
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TRACKLIST

  1. Nightgaze
  2. The Embrace Of Water
  3. You Towards Me
  4. Crimson Clouds
  5. Dreariness
  6. The Abyss
  7. Sweltering City
  8. Pristine Universe
  9. A Veil Of Stars
  10. Les Ruches Malades [cover Amesoeurs]
DURATA: 52:11

Io ve l’avevo detto di tenere d’occhio i Falaise, perché il loro nuovo disco sarebbe stato qualcosa di notevole; e non mi sbagliavo, nossignore. Matteo Guarnello e Lorenzo Pompili, musicalmente parlando, hanno decisamente tanto da dire e, signori, sanno proprio bene come farlo!

Ho recensito il loro primo disco As Time Goes By durante i miei mesi iniziali all’interno dello staff di questa webzine del malae, ancora ingenuo e ben poco edotto circa il mondo del black metal; realtà che pian piano ho iniziato — e che continuo — a scoprire e ad apprezzare, anche grazie al lavoro dei Nostri. Perché, come dicevo poco sopra, questo duo ha tanto da dire e sa farlo come si deve, My Endless Immensity (pubblicato anch’esso da A Sad Sadness Song) non è che la conferma di tutto ciò.

La musica dei Falaise si è fatta più matura, è cresciuta ed è diventata ancora più ricca di influenze e personale: il black metal flirta, per tutta la durata del disco, non solo con lo shoegaze ma anche e soprattutto con il filone più post– del rock. Questo desiderio connaturato di dare maggior spazio alle atmosfere (già presente anche in As Time Goes By, ma in questa sede amplificato) ben spiega, quindi, la presenza delle due tracce strumentali, “Crimson Clouds” e “Pristine Universe”, nel bel mezzo della scaletta piuttosto che all’inizio e alla fine; come nel caso dell’album precedente.

Anche dal punto di vista della produzione ci sono miglioramenti significativi: la resa finale è nettamente più elevata rispetto al passato e, visto il genere, ciò non può che essere apprezzabile. Il cantato, in questo senso, è diventato poi anche meno opprimente e claustrofobico, di più facile assimilazione, mentre dal punto di vista strumentale il malefico caos del passato — ancora percepibile nello split con Adôa e Too Distant Moans rilasciato nel 2016 — si è leggermente acquietato, in favore di soluzioni dall’atmosfera più sublime.

Qua e là saltano all’occhio affinità tanto con gli Harakiri For The Sky quanto con i nostrani Dreariness (e forse non è un caso, penso io, che la quinta traccia di My Endless Immensity si chiami come la formazione capitolina), similitudini che sottolineano quanto il livello dei Falaise sia alto ma che non stanno comunque a implicare alcuna mancanza di originalità. Il duo deve molto anche al panorama francese, ovviamente: l’ombra dei più noti Alcest, come anche di realtà più giovani, si distingue in maniera molto chiara durante l’ascolto di tutti i 52 minuti di durata dell’album; ed è proprio con un omaggio a questa scena che i Nostri chiudono la loro seconda opera, con una cover di “Les Ruches Malades” degli Amesoeurs.

Sofferenza e bellezza, sonorità estreme ma anche estremamente delicate: questo è My Endless Immensity, questi sono i Falaise. Complimenti!