FALLING LEAVES – Mournful Cry For A Dying Sun
Gruppo: | Falling Leaves |
Titolo: | Mournful Cry For A Dying Sun |
Anno: | 2012 |
Provenienza: | Giordania |
Etichetta: | Endless Winter |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 47:04 |
La Giordania non è patria del metal per antonomasia, di sicuro neppure una delle terre dalle quali ricordo provenire gruppi doom e affini rilevanti, a meno che non si parli dei solitari e piacevoli Bilocate. Trovarsi quindi fra le mani un disco di una band che si cimenta nel genere e giunge da quelle zone sapeva molto di terno al lotto, il problema era: diverrà una vincita o la solita schedina da buttare? I Falling Leaves sono attivi da appena un triennio, un solo demo omonimo pubblicato nel 2010, il successivo accordo con la Endless Winter e la pubblicazione di "Mournful Cry Of Dying Sun" in questo 2012, passi importanti e repentini.
L'etichetta di Gennady si è rivelata una fonte dalla quale attingere e rinfrescarsi per gli amanti delle atmosfere doom a 360 gradi, questo in effetti mi forniva di base un minimo di fiducia nel lavoro della formazione. Fiducia che è stata ampiamente confermata dal lavoro contenente quasi cinquanta minuti di gothic doom/death con evidente influenza del panorama musicale europeo (My Dying Bride e Paradise Lost) dedito a fornire le basi sulle quali espandere e apportare modifiche in futuro.
Già perché "Mournful Cry Of A Dying Sun" per quanto sia un album piacevole, dalle atmosfere melancoliche e perlacee intense, rafforzate dalle incursioni sognanti e cullanti del violino a cura di Olof Göthlin dei Draconian ("Blight" e "Silence Again") e Pete Johansen dei The Sins Of Thy Beloved ("Trapped Within" e "Memories Will Never Fade"), capace di attrarre per l'elegante combinazione vocale clean-growl che vede il cantante Abdul-Aziz Assaf coadiuvato in più tracce da colleghi illustri quali sono Pim Blankestein degli Officium Triste ("Blight"), Paul Kur dei Novembers Doom e These Are They ("Vanished Serenity") e Josep Brunet degli Helevorn ("Reaching My Last Heaven"), perde parte del suo fascino a causa di una composizione sicuramente matura per la conoscenza approfondita del genere e per il modo in cui impronta l'uso delle soluzioni stilistiche a esso coniugate, ma che al tempo stesso mette in mostra un legame sin troppo profondo con i grandi nomi che ne han fatto la storia. I due citati all'inizio sono una minima parte di quelli che potranno venirvi in mente.
Parliamoci chiaro, la derivazione non è reato ed è difficile pensare che un qualsiasi disco di un qualsiasi filone musicale non ne subisca il danno, ascoltando però pezzi come "Vanished Serenity", "Silence Again (Silence Pt. II)", "Celestial" e sommando a esse la delicata e carezzevole chiusura acustica affidata ai due minuti e poco più di "Dying Sun" si ha la certezza d'avere a che fare con una compagine delle doti innate nella quale i meccanismi ruotano alla perfezione, ciò che manca è quella personalità e i guest non aiutano, anzi gambizzano la formazione; perché se da un lato apportano una maggiore qualità con le loro prestazioni praticamente perfette, dall'altro non fanno altro che rimarcare e spingere nelle direzioni a loro più affini il suono. Siccome però non mi permetto di chiedere con veemenza a un debutto di suonare obbligatoriamente originale, reputo i Falling Leaves una di quelle promesse che attende e pretende di essere mantenuta.
Non vi consiglio l'acquisto diretto, anche se sono quasi certo che ogni amante di questo affascinante scenario musicale si troverebbe a proprio agio con un ascolto simile, non escludo pertanto che il voler possedere "Mournful Cry Of A Dying Sun" divenga uno sviluppo naturale dell'incontro con la loro proposta e personalmente non potrei che rassicurarvi sul fatto che i vostri soldi sarebbero comunque stati più che ben spesi.